Il premio per la libera informazione che porta il nome del giornalista e scrittore Paolo Giuntella (1948-2008) per Articolo21 è sempre stato il modo con il quale l’associazione del portavoce Beppe Giulietti dimostra la sua gratitudine verso coloro che con le loro storie – spesso oscurate dai media  – danno un senso alla parola “giornalismo”. Nella lunga lista figurano nomi come Beppino Englaro e, da questa edizione che si è svolta nelle due giornate di assemblea nazionale (per i video e gli atti clicca qui), si aggiungono i nomi di Graziella Marota – la mamma blogger di un ragazzo di 23 anni morto sul lavoro – il giornalista Albino Longhi (simbolo della Rai che tutti vorremmo) oltre alla famiglia di Silvano Lancini l’imprenditore di Adro che ha pagato di tasca sua la retta della mensa dei bambini cancellati dal sindaco perché le famiglie non l’avevano pagata. Lancini è un personaggio atipico. Perché nell’era della  visibilità  a tutti i costi lui, al contrario, prosegue nel voler spersonalizzare il suo gesto dalla sua faccia. Di seguito leggiamo cosa ha scritto all’assemblea di Articolo21 in occasione dell’assemblea nazionale che si è conclusa domenica.

Vivo ad Adro. Il paese della “Padania” dove qualcuno ha cercato di imporre un simbolo di partito sui banchi delle scuole elementari. Alcuni mesi prima volevano espellere i bambini le cui famiglie non erano in regola con i pagamenti. Io ho scritto una lettera che avevo intitolato “DIGNITA’”. Ne riporto solo due frasi:   “Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani… Ho deciso di rilevare il debito dei genitori che non pagano”

“Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo.”  Ovviamente è difficile scrivere a coloro che non sapevano e volevano leggere e vedere i fatti.  Alcuni hanno deciso che quelli che non pagavano erano “furbetti”. Dovrebbero avere almeno la faccia di entrare nelle case di questi furbetti. Recitano tutti i giorni il PadreNostro ma non colgono l’analogia con il concetto di “rimettere il debito”.  Mi hanno detto che la carità si fa in silenzio. Io sono d’accordo ma non volevo proprio fare la carità, volevo scandalizzare.  Chi vuole 100 euro da un povero, almeno non abbia alle spalle debiti per importi 1000 volte superiori.  Io mi rivolgevo agli altri. Ai miei colleghi che mi hanno regalato una targa con la famosa frase di Don Milani:

“E’ inutile avere le mani pulite se poi si tengono in tasca” Alle tante persone per bene che mi sono state vicine. Spero a voi.  Vi ringrazio dell’invito e della possibilità che mi date di esprimere le mie idee e mi scuso se non sono presente. Non ho alcun pudore o paura a metterci la faccia. Sono molto orgoglioso delle mie idee, mi piace però disgiungerle dalla persona e prima ancora dalla faccia. Specialmente in questo mondo che confonde le idee con la faccia di chi le esprime.  Mi interessa molto il tema della libertà di informazione. Io stesso avevo sottovalutato gli effetti di medio lungo termine derivanti dal controllo dell’informazione. Al nostro paese (intendo ADRO, eventuali generalizzazioni le lascio a voi) se qualcuno dice bianco trova subito un altro che dice nero.

A questo punto tante persone perbene fanno la media e ritengono che la verità sarà grigia.  Per aver regalato un po’ di soldi mi sono preso pagine dei peggiori insulti. Il presidente Napolitano mi ha voluto premiare e il Sindaco oltre ad insultare me si è messo ad insultare il presidente dicendo letteralmente. “Si deve vergognare..” “Se si danno queste onorificenze a cani e porci allora diventano ingiustamente porci e cani anche coloro che le hanno meritate”.   A quel punto mi sono preoccupato. Se mi presentavo qui, il mio sindaco dichiarava direttamente guerra agli Stati Uniti. Ve la immaginate Padania contro America. Ma io non amo la guerra: sono un uomo di pace.  Infine la cosa che mi sta più a cuore. Potete dimenticarvi di me ma non di noi. La comprensione di quanto è avvenuto nel nostro paese attraverso il controllo dell’informazione, l’occupazione degli spazi e delle associazioni è una esperienza che può essere utile a tutti per costruire difese per tempo.

Silvano Lancini

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