Un artigiano è salito questa mattina su un traliccio per protesta per alcuni conti non saldati. A dare l’allarme al 112, alle 8.40, è stato un ingegnere del cantiere che ha visto l’uomo rannicchiato in alto. “C’é un uomo su un traliccio – ha detto – e minaccia di buttarsi sotto”. Per questo motivo la linea ferroviaria ad alta velocità tra Bologna e Milano è rimasta bloccata per due ore in entrambe le direzioni. La linea e’ stata riattivata attorno alle 11.

Immediato l’intervento dei carabinieri che hanno subito inviato pattuglie nel cantiere di via Gramsci, allertando nel contempo anche vigili del fuoco e il 118. Subito però sono state anche avvertite l’autorità giudiziaria e le ferrovie, per disporre per motivi di sicurezza lo stop sulla linea e la sua contemporanea disalimentazione.

”Mi ha chiamato che ero intribunale e sono venuto in cantiere verso le 9.30 perché c’erano da definire delle posizioni. Aveva preso degli acconti, ma dovevamo definire degli accordi sui pagamenti residui e sulla possibilità di continuare il cantiere”. L’avvocato Giulio Tamburoni, legale dell’imprenditore Antonio Simbari che stamani è salito su una struttura del cantiere della stazione Tav di Reggio Emilia, è subito accorso dal suo cliente.

“Il fatto che siano in ritardo con i pagamenti lo mette in difficoltà con Inps e Inail e nei confronti dei suoi dipendenti, cui tiene molto perchè è una persona molto corretta, puntuale e precisa”, ha spiegato l’avvocato. “Aspettava di incassare poco più di 200mila euro”.  “Questa mattina ci siamo salutati alle 7,45, era tranquillo, sereno, anche se da una settimana non dorme”, ha raccontato la moglie dell’imprenditore, Graziella Drammis, che è accorsa sul cantiere e ha poi accompagnato il marito in ospedale a Reggio Emilia. “Probabilmente poi qualcuno lo ha chiamato in cantiere ed è andato là. Lui cercava di risolvere il problema legalmente, senza nessuna minaccia. Mio marito vuole solo fare il suo lavoro che ama tantissimo”.

Sono vicini all’imprenditore anche molti colleghi. Uno di loro è andato subito sul luogo dove l’amico minacciava di gettarsi. Si chiama Rosario Costanzo, e ha 48 anni. “Abbiamo tutti questi problemi – ha spiegato – Anche io sono originario della provincia di Crotone, e lavoro nell’edilizia. E’ assurdo che uno debba arrivare a questo punto per farsi pagare lavori statali. Io sono fermo coi lavori da tre anni, tutti i problemi ricadono sulle imprese piccole”.

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