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E’ la città dei fiori. E al limite di Belén

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E’ la città dei fiori, cantava De Gregori. E’ la città del non festival della canzone italiana: tutti attenti a non farci scappare il “pelo nell’uovo” con la consapevolezza che la gara si giocherà su due categorie: i comizi di Celentano, e le Vallette con la V maiuscola. La canzone non è contemplata (ma ormai si sa, fa parte del pacchetto). Se Celentano è garanzia, anche quando tace e se la ride in attesa dell’ultima serata, Morandi, sempre uguale dal tempo in cui si faceva mandare dalla mamma (ma come fa? Esce dal sarcofago solo per Sanremo?), fa gli onori di casa con finta disinvoltura come se in platea fossero tutti suoi compaesani di Monghidoro e conduce il festival con “Grand Umilté”. Al suo fianco un Rocco Papaleo che lo aiuta nelle traduzioni in inglese è al limite dell’avanspettacolo.

Resta poco, in realtà. Nemmeno la gara tra le vallette, che ha sempre appassionato. Ma Canalis e Belén, oltre a essere un derby già visto, è da 2 fisso in schedina. La ormai ex aspirante star holliwoodiana Canalis ha l’aria di essere un bel po’ annebbiata, forse un po’ emozionata, e ci sta anche. Si presenta vestita con tubino d’oro corto sopra al ginocchio, ma i tempi in cui sgambettava sulle scrivanie di Striscia sono lontani e si vede. Belén così mette la freccia e la sorpassa. Ma non le bastava, è voluta andare in fuga: così apre la gonna lunga per far vedere la gamba e le si vedono i polmoni. Infarto del direttore d’orchestra che aveva una visuale ancora più privilegiata e titoli sui giornali. Ha vinto per dispersione.

La povera Ivanka, terza scelta, arranca. Cosa c’entra in tutto ciò? Nulla, ma è la città dei fiori. A proposito, hanno anche cantato, ma non ci ricordiamo il perché. Aspettiamo con ansia di sapere il vincitore, giusto per perdere qualche minuto di conversazione. A meno che Belén non decida di mostrare più di quello che non abbiamo già visto. A quel punto probabile che la premiazione venga rinviata a data da destinarsi.

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