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Baglioni, la rotta della Costituzione

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Come i marinai alzano gli occhi al cielo e si lasciano guidare dalle stelle, così i cittadini nei momenti più bui della politica possono seguire una rotta, quella della Costituzione, carta fondante dei nostri diritti e doveri e punto di riferimento anche per le generazioni future. E’ questo il senso di “L’Italia è”, il canto che Claudio Baglioni ha voluto donare al nostro Paese mettendo in musica proprio alcuni articoli della Costituzione. La diffondiamo, insieme alle parole che lui stesso ha usato per spiegare il senso di questo regalo.

Cara Silvia,

nei momenti difficili si cerca rifugio e ispirazione nei valori che non temono le insidie del tempo e le fragilità degli uomini: stelle fisse che aiutano a tracciare una rotta in grado di condurre in porti sicuri e riparati.

Tra queste c’è, la nostra Costituzione.

Nessuna altra Carta, infatti, dice altrettanto.

Nessuna racconta parole così.

Per questo ho musicato alcune frasi tratte dai principi fondamentali,  con l’idea di offrire un seme di riflessione che aiuti a ritrovare quei passaggi autentici e quel senso profondo dello stare insieme, senza i quali è impossibile sia affrontare la crisi del presente, che immaginare un futuro degno di questo nome.

Ricordando che la nostra Costituzione approvata il 22 dicembre 1947 è  entrata in vigore il 1 gennaio 1948 , mi permetto di farti dono di questo canto “L’Italia è” (brano che non è stato commercializzato, ma diffuso attraverso internet, per quanti lo hanno voluto ascoltare) con l’augurio che  possa essere di buon auspicio  in questo momento e che consenta di guardare al domani con lo stesso spirito che, centocinquanta anni fa, animò i Padri dell’Unità d’Italia e, successivamente, quelli della Costituzione repubblicana.

Claudio Baglioni

PERCHÉ NO

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