Fa specie che a comportarsi così sia proprio un “governo di professori”. Non bisogna essere professori universitari, tecnici espertissimi, per andare al governo a ripetere le solite idee fallite sul lavoro e l’economia. Basta essere un Sacconi, un Brunetta o un Maroni qualsiasi. Il professor Monti se ne esce dicendo che il posto fisso è monotono, meglio cambiare. Che bello essere licenziati! Abroghiamo l’articolo 18, continuiamo a iniettare dosi di precarietà.

Il “mercato del lavoro”, espressione orribile, in Italia è il più flessibile d’Europa. Un decennio di precarizzazione del lavoro non ha portato ad alcun aumento dell’occupazione e dei redditi. Il Pil non è cresciuto, le aziende non sono più competitive. Anzi, l’economia è in recessione e la disoccupazione giovanile è al 31% e al Sud supera il 40%.

È ovvio – ci dicono – abbiamo fatto troppo poco, serve più flessibilità, più libertà di licenziamento, meno diritti, tutele e garanzie! Sono come degli spacciatori che hanno bisogno di vendere dosi sempre più pesanti della droga neoliberista. E per convincere i tossici a consumare la loro droga raccontano balle clamorose sugli splendidi effetti che avrebbe, tacendone gli effetti collaterali devastanti.

Mi chiedo se Monti viva sulla luna. Non sa il nostro Presidente del consiglio che l’ansia angosciante dei genitori italiani è quella di vedere finalmente i loro figli fare dei lavori dignitosi? Non sa il prof. Monti che un ragazzo, ragionevolmente, non vuole una vita noiosa, ma aspira a trovare un lavoro rispondente agli studi fatti? Non sa il nostro senatore a vita che una ragazza vorrebbe programmare con serenità la sua maternità potendo godere del diritto ad avere quel congedo retribuito garantito solo a chi ha un posto fisso? Non sa il banchiere Monti che le banche non concedono mutui per comprare una casa ai giovani che non hanno un lavoro stabile?

Difficile credere che un professore della sua fama non sappia tutto questo. E se lo sa è peggio, perché è in malafede. Qualsiasi persona aspira a fare un lavoro gratificante, ben retribuito e che gli dia sicurezza e diritti. Per migliorare la propria condizione lavorativa chiunque è disponibile a cambiare occupazione; ma questa è una scelta del lavoratore, che può farla solo se ha già un contratto a tempo indeterminato. Un precario, un disoccupato, al contrario, sarà sempre disponibile a negoziare al ribasso i suoi diritti e le sue aspirazioni pur di avere uno straccio di lavoro qualsiasi.

Se Monti vuole liberare un’intera generazione dalla condanna della precarietà si preoccupi di far crescere l’economia di questo paese. Metta i soldi sull’istruzione, la ricerca e l’università. Predisponga un piano del lavoro. Cancelli le leggi della precarietà. Crei un paese ricco di opportunità. Vedrà che i giovani saranno i primi a non annoiarsi cercando e trovando lavori dignitosi e migliori.

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