Riprendono le operazioni di perlustrazione della nave Concordia, affondata davanti alle coste dell’Isola del Giglio la notte tra venerdì 13 e sabato 14 gennaio. I palombari della Marina Militare hanno fatto esplodere una microcarica all’altezza del ponte 5, a una profondità di circa 20 metri con l’obiettivo di aprire un nuovo varco per i sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera in un locale molto ampio della nave in vista della ripresa delle ricerche dei dispersi all’interno del relitto.

Intanto, su un volantino attaccato questa mattina negli esercizi commerciali del porto dell’isola si sollecitano i cittadini a partecipare a un incontro pubblico – alle 17 di oggi presso l’albergo Bahamas – “per discutere la formazione di un comitato cittadino a tutela degli interessi della popolazione gigliese”.  Già ieri, dopo che il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli aveva parlato di un anno per rimuovere il relitto della Concordia, adagiato davanti all’ingresso del molo, gli operatori turistici e i commercianti del Giglio avevano iniziato a pensare alla formazione di un comitato. “Auspichiamo la massima partecipazione” conclude il volantino, che non è firmato.

Ieri la nave Concordia era tornata a muoversi ben oltre il millimetro/ora che da diversi giorni non aveva mai impedito l’attività di ricerca delle squadre di soccorritori. Sabato notte, secondo le rilevazioni degli apparecchi degli scienziati, la nave si è mossa di 4,3 centimetri in sei ore e tutte le attività dei sommozzatori sono state sospese. Così come ieri erano state fermate le operazioni di svuotamento del carburante da parte della Smit/Neri. Proprio il mare è la grande incognita sui tempi che ruotano intorno a quel ‘grattacielo galleggiante’ adagiato davanti al porto del Giglio dalla sera del 13 gennaio.

Gli uomini della Castaglia sono al lavoro dalle prime ore di questa mattina per ripulire la zona intorno alla nave dai rifiuti che il mare agitato di ieri ha mosso dal relitto. Gli ‘spazzini’ del mare stanno portando a riva alcuni pezzi dell’arredamento della Concordia trattenuti all’interno delle panne oceaniche di contenimento con i tender. Sono loro, poi, che come ogni mattina sostituiscono anche le panne assorbenti che trattengono gli oli e gli altri liquidi inquinanti. “E’ uno scenario abituale – spiega Alessandro Barone, responsabile della Castaglia – anche se stamani stiamo lavorando un po’ di più dopo il mare di ieri”. Al lavoro anche lo Skinner, l’imbarcazione specializzata per l’inquinamento da idrocarburi “ma non ci sono grossi problemi – assicura Barone – neppure dopo il mare di ieri”. Il materiale raccolto viene messo all’interno di ‘big bag’ e poi caricato su dei camion e portato a un container che poi verrà avviato alle discariche individuate per lo smaltimento non appena Costa presenterà, forse già oggi, il piano al commissario Franco Gabrielli.

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