Evasori: siccome è l’anonimato che li nutre, li protegge e li moltiplica, nulla risulta (e risulterà) più efficace dello svelamento in pubblico per farli prontamente redimere, dopo avere saldato il conto con l’erario, eventualmente con la legge, di sicuro con l’educazione civica. Chi dubita del metodo, chi accampa il diritto alla privacy, non sa o non vuole sapere che è proprio di una caccia alle streghe che abbiamo bisogno, perché sono le streghe che ci assediano.

Travestite da gioiellieri che campano con mille euro al mese. Da banchieri con i commercialisti a Lugano, eccetera. Si è visto quanto terrore generò quella passeggiata a Cortina degli ispettori in divisa, quanti scontrini fiscali comparvero, quante volpi argentate, invece, sparirono.

Accadde lo scorso 30 dicembre, ma ancora se ne parla come di un mirabile portento, accaduto appena ieri nella terra degli evasori. Un portento tramandato dai leali contribuenti ai propri figli per farli addormentare sereni. E invece mimato con strepiti e fiamme dai titolari dei Suv sdraiati davanti ai rispettivi psicoanalisti, anche loro colpiti dalla stessa insonnia, dagli stessi incubi che hanno la terribile faccia della fattura fiscale.

Il Fatto Quotidiano, 27 Gennaio 2012

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