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Lega, Bossi contestato dai militanti
Che invocano Roberto Maroni

Nonostante l'insistenza della base il Senatùr ha vietato all'ex ministro dell'Interno di parlare dal palco in piazza del Duomo. Forti contestazioni. Tra le bandiere della Tanzania e striscioni a favore del "barbaro sognante", insulti a Reguzzoni e Rosi Mauro: i "gerarchi" del Cerchio Magico. E sul suo profilo facebook Bobo scrive: "Mi è dispiaciuto non poter parlare"
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“La pace di Milano”, come la chiama lui, non esiste. Non esiste per la base. Non esiste per Roberto Maroni e Marco Reguzzoni. Non esiste per nessun esponente dei vertici del Carroccio. Che siano sindaci (come Flavio Tosi e Attilio Fontana) o presidenti di Regione (a partire da Roberto Cota e Luca Zaia), nessuno va dietro all’auspicio espresso da Umberto Bossi. La pace non solo non esiste, dunque, ma non va assolutamente trovata: i militanti vogliono che lo scontro tra maroniani e cerchisti si concluda sul campo e con un solo vincitore. Così molti, lasciando la manifestazione milanese, si dicono delusi e annunciano la volontà di lasciare il partito. Perché all’ombra della Madonnina i più erano arrivati per assistere all’incoronazione definitiva del “barbaro sognante” Bobo. E invece.

Invece, nonostante la piazza abbia invocato con forza e ripetutamente “un saluto da Maroni”, Bossi ha deciso di non farlo parlare. Invece di sentirsi dire che il tesoriere Francesco Belsito, il responsabile dei fondi investiti in Tanzania, e “la terrona” Rosi Mauro, dovranno trovarsi un impiego, il Capo ha insistito nel tentare (inutilmente) di convincere Maroni a stringere la mano ai cerchisti. Generando un siparietto molto imbarazzante. Per lui e per Marco Reguzzoni e Mauro. Quando Bossi si augura che “scenderemo dal palco tutti insieme stringendoci la mano”, la piazza reagisce invitando l’ex capogruppo ad andare “fuori dai coglioni”. E a Rosi Mauro rivolge l’invito generalizzando: “I teroni fuori dai Maroni”. Il clima è questo. E per la prima volta  durante un comizio Bossi è interrotto da cori, grida, slogan. Lui alza la voce, sposta l’attenzione sul governo Monti e su Roberto Formigoni. Che minaccia: “Li stanno arrestando ogni giorno, se continua così andiamo a elezioni e corriamo da soli; Formigoni ricordati che i soldi sono i nostri”, grida. Ma agli oltre ventimila riuniti in piazza del Duomo (la guerra dei numeri è ancora aperta, il dato oscilla tra i 20mila e i 50mila presenti) interessa di più sentire Maroni, assistere al passaggio di consegne. Invocano i congressi, gridano a gran voce Bobo, instancabili mostrano manifesti contro il cerchio magico (“ormai è stato inquadrato, basta giochi”) e i suoi componenti (“Bossi e Maroni in Padania gli altri 4 coglioni in Tanzania”), se la prendono con la consigliera regionale Monica Rizzi, cerchista e tutrice del trota Renzo (“Sei falsa come la tua laurea”). Insomma sono arrivati fin qui nella speranza di assistere al passaggio di consegne.

Maroni è visibilmente soddisfatto. Sul palco un passo davanti a tutti gli altri raccolti intorno a Bossi, saluta e applaude quando lo invocano, per poi suggerire con il labbiale di scandire il nome “Bossi, Bossi”. E quando Matteo Salvini e altri sventolano dal palco la sciarpa “Barbari sognanti” finge di non vedere, ma il sorriso è soddisfatto, il momento è arrivato. E la differenza con Pontida e Venezia, dove per la prima volta era stato acclamato come “premier” e “successore di Bossi”, è che l’ex titolare del Viminale ci crede. Ha capito di avere la forza politica e la spinta per lo scontro.

Scendere dal palco senza parlare brucia un po’. Ma le rimostranze sono state presentate al Capo in via Bellerio. E così al termine della segreteria federale, è lui che comunica le scelte adottate nel fortino leghiste. Come già annunciato: “I congressi provinciali si svolgeranno entro tre mesi ed entro giugno ci saranno i nazionali”, comunica.  E sulla manifestazione, Bobo punzecchia: ”Fischi? Io ho sentito applausi e incitamenti per Bossi e per la Lega. E qualcuno anche per me e questo mi fa piacere”, sottolinea. Ma dal suo profilo facebook, poco dopo scrive: “Una folla immensa ha invaso la nostra Milano! Un popolo di barbari sognatori ! Vorrei ringraziarvi uno per uno : tutti ! Ognuno di voi ! Il mio pensiero va alle/ai militanti che si sono alzati a notte fonda per essere in piazza uniti più che mai ! GRAZIE, GRAZIE !!! Mi è dispiaciuto molto non poter parlare per salutarvi e condividere con voi queste sensazioni ! Sono molto felice di comunicarvi che poco fa si è concluso il “Federale” che ha deliberato la convocazione dei congressi provinciali e nazionali così come richiesto dai nostri militanti ! Il VOSTRO Barbaro Sognante!”.

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