Leggendo il giornale scopro che il TG1, presentando l’ultima fiction Rai, ambientata a Modena, ha definito la nostra, una piccola città di provincia. Non che Modena sia New York o Londra, ma iniziamo davvero male. Da tempo dalle nostre parti si parla di marketing territoriale, apre il Museo casa natale di Enzo Ferrari e tutti dovremmo sederci attorno ad un tavolo per studiare strategie efficaci di comunicazione; purtroppo le idee non si vedono, e l’arrivo della suora detective in Piazza Grande, è stato accolto come manna dal cielo, che vetrina straordinaria! Questo entusiasmo mi lascia perplesso.

Dobbiamo lavorare per dare a Modena un’immagine di città che guarda al futuro, ricca di eventi culturali per così dire alternativi, investire sull’Università e sulla qualità dell’ambiente; sento già le voci: abbiamo i motori, il bel canto, il lambrusco, il festival della filosofia; una cantilena da imparare a memoria e ripetere all’infinito. Certo qualcuno potrà dire che sono di parte, giro in bici, ascolto rap, bevo vino bianco e non ho fatto il liceo, ma la mia è una sincera volontà di collaborazione . Il dibattito può iniziare, questa volta per davvero.

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