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Hitchens conteso tra Ferrara e Odifreddi

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Dio non è grande, Ferrara sì. Sull’organo ufficiale dei teocon italiani, il pio elefantino ha eretto un sontuoso monumento funebre al più ateo degli atei, Christopher Hitchens, morto di tumore a 62 anni giovedì 15 dicembre.

Più che l’estetica dell’eccesso, che non solo a detta dei medici ha accorciato la vita al polemista inglese, ad affratellare due personalità così antitetiche è la guerra in Iraq, che Hitchens a suo tempo sostenne con grande scandalo degli amici liberal. Ferrara rinfaccia ai “Sancho Panza” del giornalismo di sinistra di avere omesso questo dettaglio, tutt’altro che secondario, della biografia di Christopher.

Dettaglio sul quale, invece, non sorvola affatto il papa dei miscredenti Piergiorgio Odifreddi, che nel blog su Repubblica.it dedica allo scomparso un epitaffio impietoso (Morte di un ateo reazionario), ricordando la delusione provata per la sua conversione filo-Bush dopo l’11 settembre e per la retorica bellicista “alla Oriana Fallaci” di cui era intriso il suo bestseller Dio non è grande (Einaudi 2007). L’ateo reazionario, insomma, è solo un ossimoro: il vero ateo ha da essere progressista.

Quello che né Ferrara né Odifreddi vogliono ammettere è che tra l’Hitch anticlericale e l’Hitch guerrafondaio non c’è contraddizione: sono due facce della stessa medaglia. Bombardare Baghdad era per lui la risposta dell’Occidente laico e liberale ai fondamentalisti che avevano tirato giù le Twin Towers. Che poi Bush colpisse l’obiettivo sbagliato nel modo sbagliato, pazienza. L’essenziale era dimostrare che l’America è più grande di Allah, e che la religione rappresenta il male assoluto.

Ma su questo punto Hitchens aveva torto, e con lui i suoi apologeti nostrani. La religione è, anche in Italia, una realtà ambivalente. Esiste la Chiesa del potere, descritta da Angelo Mincuzzi e Giuseppe Oddo in Opus Dei. Il segreto dei soldi (Feltrinelli) e la Chiesa della carità di don Colmegna. Allo stesso modo ci sono atei come Margherita Hack che credono nella scienza e atei che si affidano agli oroscopi. Atei di destra che si bevono le fandonie di Berlusconi e atei di sinistra, tipo i compagni della Fondazione Gramsci, che non pagano l’Ici proprio come i vescovi.

Nessun battesimo o sbattezzo garantisce un attestato permanente di moralità o di intelligenza. Ciò che occorre è il “buon uso della religione” teorizzato da Alain de Botton nella sua Guida per i non credenti (Guanda): ve la consiglio, è l’esatto contrario della religione di Ferrara. Ma forse anche un buon uso dell’ateismo:  per non prendere abbagli come l’Hitch della crociata anti-islamica.

da Saturno del 23 dicembre 2011

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