Il lusso si paga. Se poi è inutile, pazienza. I 127 mila abitanti valdostani, a loro insaputa, convivono con una cambiale di 97 milioni di euro per l’ex aeroporto sportivo “Corrado Gex” di Aosta: 764 euro a testa fra concessione trentennale e lavori di ristrutturazione. Il conto è aperto: manca il contributo regionale per far decollare un aereo al giorno, un’usanza abbastanza frequente per un aeroporto normale, una speranza per i valdostani. Il racconto è affascinante e complesso come le vette che circondano la città, il vento a raffica che fa impazzire i piloti (quelli acrobatici, s’intende).

Stanchi di trasporti occasionali e rischiosi – si atterrava a vista, cioè senza indicazioni radio e senza luci di traiettoria – tre anni fa il “Corrado Gex” chiude per trenta mesi. Non è che prima funzionava: “C’era un viaggio per Roma – spiega l’assessore regionale ai Trasporti, Aurelio Marguerettaz – utilizzato soprattutto per i nostri funzionari. Diciamo per i dipendenti pubblici”. L’azienda che gestisce il minuscolo scalo si chiama Avda, una società per azioni un po’ pubblica e un po’ privata: 49 % Regione, 51 % Air Vallee. Non fatevi ingannare dal nome: la compagnia area Air Vallee di proprietà dei genovesi Costantino, pur d’ispirazione valdostana, indica Rimini come sede legale. Nonostante l’aeroporto sia destinato a un pubblico di nicchia, addirittura s’immagina un trionfo con 45 mila passeggeri annui, il progetto di ampliamento si trasforma in 43 milioni spesi per allungare la pista di 300 metri, e s’arriva dunque a un chilometri e mezzo, e per creare un’aerostazione al posto di un caseggiato di legno. Impossibile, però, fermare il vento e temperare i monti.

Convocato per disegnare un gioiellino, l’architetto milanese Gae Aulenti disse: “Mi piace la sfida perché difficile. Questa zona è terribile”. E dirigenti coraggiosi, allora, ordinano soldi e soldi. Con un simpatico paradosso: la Regione s’incazza con la Regione perché vuole capitali regionali. Buttato giù asfalto e cemento, Avda protesta con la Regione (suo socio di minoranza): dobbiamo rivedere la convenzione trentennale del 2005, non bastano 1, 8 milioni l’anno per la gestione, ne vogliamo il doppio. Iniziano i contenziosi: la Regione contro le richieste di Avda, cioè con se stessa; la Regione contro le imprese che vinsero l’appalto. Non c’è tregua, e nemmeno passeggeri.

“Una speranza”, dice Marguerettaz. Forse nel 2012 riapre la linea per Roma, molto forse. L’Enac ha autorizzato il bando per un accordo di 4 anni con una compagnia aerea, qualcuno scommette sia Air Vallee: voi ci fate il piacere di volare verso Roma, noi vi ringraziamo con 14 milioni di euro. Ma le condizioni mica cambiano: se nevica tanto, si va a Torino o Milano, e anche se tira vento, e anche se c’è ghiaccio. Quasi sempre d’inverno, il periodo che interessa ai turisti: “Ci telefonano dalla Polonia alla Russia”, dice soddisfatto Marguerettaz. Disperata per un ingorgo senza vie d’uscita, la Regione pensa di recuperare i soldi dirottando i passeggeri su Torino, ovviamente in pullman e per i 100 comodi chilometri di autostrada. “Però, l’imbarco si può fare ad Aosta!”, replica con ottimismo, l’assessore. Certo, servivano 97 milioni di euro, più 14 in preventivo, per capire che conviene volare a Caselle invece di giocarsi la pelle ad Aosta.

da Il Fatto Quotidiano del 26 novembre 2011

Articolo Precedente

Napoli, favoreggiamento alla camorra: chiesto il giudizio per Pisani, ex capo della Mobile

next
Articolo Successivo

Le strane fatture di Massimo Garbini, l’uomo voluto da Mario Monti alla guida di Enav

next