Prende il via mercoledì prossimo con i Manhattan Transfer, e si concluderà il 19 novembre, la sesta edizione del “Bologna Jazz Festival” che vedrà protagonisti alcuni artisti di fama internazionale tra cui Pat Metheny Trio, Stefano Bollani, Ron Carter Golden Striker Trio, Christian McBride e Fahir Atakoglu, che si avvicenderanno sui palchi di Bologna, Ferrara, Vignola, Minerbio e Anzola Emilia.

La serata inaugurale di quest’anno si svolgerà interamente nel capoluogo felsineo e verrà aperta dal quintetto manouche dei Minor Swing (al Take Five, doppio appuntamento alle 19.30 e 22.30), giovane formazione locale che propone un repertorio gipsy jazz.

L’appuntamento più atteso è alle 21.15, al Teatro delle Celebrazioni, con il quartetto vocale dei Manhattan Transfer e per la cui esibizione i biglietti sono esauriti. A chiudere, il trio capitanato dal pianista americano Joey Calderazzo, alla Cantina Bentivoglio (ore 22).

I Manhattan Transfer (Cheryl Bentyne, vocals – Tim Hauser, vocals – Alan Paul, vocals – Janis Siegel, vocals) famosi universalmente per aver allargato gli orizzonti della musica con il loro sound innovativo che sfida i generi e le categorie prestabilite, sono passati alla storia per aver vinto i Grammy Award simultaneamente nella categoria Jazz e Pop (1981) e per aver guadagnato con l’album Vocalese (nel 1985) 12 nomination, un record all’epoca sorpassato solo da Thriller di Michael Jackson.

Il primo Grammy i Manhattan Transfer lo hanno ottenuto con la loro versione di Birdland (1980), che ha scalato le classifiche di mezzo mondo, così come successivamente quella che rimane forse la loro hit più famosa, “Soul Food To Go” dall’album Brazil.

Sono stati sempre loro a introdurre la musica brasiliana nelle stazioni radio americane e sempre loro a far conoscere Bob Marley and The Wailers al pubblico televisivo statunitense, ampliando gli orizzonti degli amanti della musica, dopo che nei primi anni di attività si erano già meritati un gruppo di folti fan grazie all’album di debutto (The Manhattan Transfer) con la Atlantic. Dopo quarant’anni di carriera restano il quartetto vocale più cangiante e sfuggente che il mercato del settore ha sfornato dopo l’abbattimento degli standard compositivi dell’epoca freejazz.

Altro nome di punta è Pat Metheny che si presenta al Bologna Jazz Festival in trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Bill Stewart alla batteria. Vero pioniere nel campo della musica elettronica, uno dei primi jazzisti a trattare il sintetizzatore come uno strumento musicale degno di tutto rispetto e una versatilità senza pari con collaborazioni che vanno dal re del freejazz Ornette Coleman a David Bowie, passando per Herbie Hancock. ed è stato anche un

Per info: www.festivaljazzbologna.it

(d.t.)

Articolo Precedente

Piacenza: il Po ha raggiunto i 5 metri. “Livello di guardia alto, prossime ore decisive” (video)

next
Articolo Successivo

Ma l’Europa è democratica?

next