Il candidato del PSOE, Alfredo Perez Rubalcaba

“Non c’è modo di uscire da questo gorgo se non attraverso una modifica della politica monetaria” ha detto il candidato socialista Alfredo Pérez Rubalcaba a poche ore dall’inizio ufficiale della campagna elettorale spagnola per le elezioni del prossimo 20 novembre. Il gorgo di cui parla il nuovo volto del PSOE è una deriva in cui la Spagna rischia di affondare. L’orizzonte è cupo e non se ne vede la fine. Il mercato del lavoro spagnolo da quattro anni ha segnato una caduta inarrestabile, divorando quasi due milioni di posti di lavoro. La disoccupazione è arrivata ad oggi al 21,5% e sembra destinata a crescere. Lo indicano i nuovi dati di ottobre che aggiungono alla lista dei disoccupati altre 134mila persone.

Di fronte a questo quadro Rubalcaba sembra pronto a smarcarsi dalla politica condotta dal premier José Luis Zapatero che, stretto dalle pressioni di Bruxelles, ha introdotto a tamburo battente piani d’austerità impietosi. Ma i tagli non sono la soluzione per uscire dalla crisi, ammette il candidato socialista: “Non è possibile affrontare un intenso programma di stabilità riducendo i deficit pubblici e il debito privato, ad un ritmo come quello attuale, se al tempo stesso vogliamo mantenere le attività in funzione e spingere ad una crescita economica”. Senza progressi economici, aggiunge Rubalcaba, “non avremo nessuna possibilità di uscire da questo enorme buco nero in cui è immersa l’economia spagnola e quella europea in generale. Non c’è possibilità senza strategie di modifica nella politica monetaria comune e senza un programma europeo di stimolo nell’investimento pubblico”.

Il PSOE si riappropria quindi della difesa del patrimonio pubblico, la chiave, sostiene il candidato socialista, per evitare una nuova recessione. Rubalcaba si propone di difendere il paese dall’ossessione della riduzione del deficit attraverso i tagli. Il suo sguardo è volto esplicitamente al presidente americano Roosevelt che rispose alla Grande Depressione con un piano di riforme economiche e sociali: “Solo l’investimento nel sistema pubblico – ha detto Rubalcaba – può condurre alla crescita delle economie più colpite dall’indebitamento”. Il candidato del PSOE immagina quindi una sorta di nuovo piano Marshall europeo che preveda una nuova politica monetaria. Prima fra tutte le riforme, la riduzione dei tassi di interesse che fino ad oggi la Banca Centrale Europea ha mantenuto all’1,5% (ma oggi stesso Draghi lo ha ridotto all’1,25%).

L’analisi del candidato socialista è sicuramente una sorpresa per l’inizio di una campagna elettorale dove i giochi sembrano già fatti. La sua visione di difesa dello stato sociale irrompe in un paese attraversato da proteste ormai quotidiane contro i tagli a scuola e sanità e dove il movimento 15M si sta strutturando sempre più come megafono di una nuova idea di cittadinanza. Anche per l’inizio della campagna elettorale il 15M ha trovato il modo di essere presente sui media, e non solo sul territorio, con il lancio del documentario “#Indignados”. In 55 minuti vengono ripercorsi, grazie alle testimonianze di una settantina di persone, i cinque mesi di attività nelle piazze e nelle strade del movimento che ha dato un nuovo impulso nel paese. Il documentario, costato 30mila euro, è stato completamente finanziato dal movimento e potrà essere scaricato direttamente da Internet subito dopo la presentazione del 3/11 (www.docuindignados.com). “Ognuno ha fatto quello poteva – spiega il regista Antoni Verdaguer – proprio come quando eravamo nelle piazze: gli avvocati partecipavano alle commissioni giuridiche, i cuochi cucinavano… Abbiamo creato una troupe seguendo lo stesso criterio”.

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