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Gli “ambasciatori” di Ogm

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Ogni tanto il lavoro sporco della lobby biotech viene a galla. Pochi giorni fa il quotidiano inglese “The Guardian” ha pubblicato documenti riservati che svelano come gli EuropaBio, il gruppo di lobbisti pro-OGM di Bruxelles, stia provando a mettere in piedi un’artificiosa campagna di supporto pubblico agli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), coinvolgendo personalità di alto profilo internazionale.

EuropaBio vuole spingere le vendite di prodotti OGM e prendere il controllo della catena alimentare con una strategia fredda e calcolata che punta sulla più grande menzogna: insinuare che cittadini e decisori politici europei stiano bloccando le soluzioni dell’industria biotech al problema della fame del mondo.

La sicurezza alimentare, però, non sarà raggiunta attraverso soluzioni tecniche e problematiche come l’ingegneria genetica. Il caso dell’Argentina, il secondo produttore di OGM nel mondo mostra chiaramente che gli organismi transgenici non comportano un aumento della sicurezza alimentare: milioni di tonnellate di soia OGM vengono esportati ogni anno dall’Argentina per nutrire il bestiame dei Paesi occidentali, mentre moltissimi argentini non hanno la sicurezza di un pasto.

Il vero obiettivo dei produttori di Ogm non è la fame nel mondo ma la proprietà delle sementi, che impoverisce proprio i contadini più poveri. La fame non è legata ai livelli produttivi, ma a un problema di ripartizione della ricchezza che l’agricoltura biotech può solo peggiorare.

L’industria biotech è senza scrupoli. È pronta a manipolare il pubblico europeo, puntando su personalità bene intenzionate ma male informate. Come? Mettendogli le parole in bocca, pagando i loro conti degli alberghi, restando dietro le quinte e facendo finta di non essere coinvolta.

Secondo i documenti ottenuti dal Guardian, gli “ambasciatori” non saranno pagati direttamente da EuropaBio, per non far vedere “l’affiliazione”, ma i lobbisti si sono offerti di scrivere per loro discorsi, ricerche, organizzare interviste con media internazionali, interventi a grandi conferenze e pagare le spese di alberghi e viaggi.

Secondo i sondaggi (Eurobarometro sulle biotecnologie, 2010), oltre il 60% degli europei si oppongono al cibo OGM in Europa. Ed è un dato in aumento. Ma davvero le aziende biotech pensano che una campagna artificiosa di pubbliche relazioni sia sufficiente a far cambiare idea ai cittadini europei? Davvero pensano di poterci convincere a privilegiare i profitti di poche agrochimiche a scapito della sicurezza alimentare?

La lobby OGM dovrà rassegnarsi. Abusare cinicamente della fame nel mondo per aumentare i profitti di poche aziende, tramite le vendite di prodotti transgenici e delle sostanze chimiche che li accompagnano non funziona. È vergognoso. È un insulto nei confronti delle persone.

L’unica soluzione per lottare contro la fame nel mondo – preservando la biodiversità – è l’agricoltura sostenibile, che si basa su diversità di colture e pratiche agricole, protezione degli ecosistemi, più basso consumo di energia, di acqua, pesticidi e nessun brevetto.

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