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Scajola : ” sono diventato Badoglio grazie a photoshop PdL edition “

Presentata a Roma la tecnologia per sparire dalle immagini in cui si compare accanto a Berlusconi – Scajola: “Sono foto che mi fecero a mia insaputa, giusto cancellarle” – Qualche dubbio sulla funzionalità: non era meglio cancellare direttamente Berlusconi? Rispondono i programmatori: “Ci stiamo lavorando” – Gasparri prende la scossa durante l’installazione
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Scajola
illustrazione di Portos

Rivoluzione tecnologica e grande opportunità politica. Tutto in un solo straordinario prodotto. Grazie alle nuove funzionalità di Photoshop PdL Edition® potrete finalmente intervenire sulle immagini digitali, cancellando la vostra immagine da tutte le fotografie in cui comparite accanto a Silvio Berlusconi.

La rivoluzionaria tecnologia che cancella, modifica, dimentica e fa dimenticare è stata illustrata ieri in un affollato convegno da Claudio Scajola, che ha mostrato numerose esempi dell’applicazione. “Vedete? – ha detto Scajola – questa è l’immagine del mio giuramento da ministro. Come vedete io sono scomparso”. Davvero portentoso. In un’altra immagine, Berlusconi stringe la mano a nessuno : “Qui c’ero io – ha detto Scajola – e ora non ci sono più. Si tratta di una tecnologia che rivoluzionerà la politica italiana”.

Ma le straordinarie proprietà del nuovo Photoshop PdL Edition® non si fermano qui: il programma agisce anche sulla memoria degli utenti. Su un campione di duemila aspiranti leader del centro-sinistra, infatti, ben l’86 per cento ha detto di ricordare Scajola come un ottimo politico, mai compromesso con il regime berlusconiano, e uno (Veltroni) gli ha addirittura proposto un ministero nel nuovo governo di decantazione. Photoshop PdL Edition® è in vendita a 99 euro e 90. Pare che Cicchitto ne abbia già ordinate sei copie, mentre l’avvocato Ghedini si è detto entusiasta delle nuova tecnologia “anche se – ha detto – è deprimente vedere tante foto di un plurimputato ritratto senza il suo avvocato accanto”.

di Alessandro Robecchi

Il Misfatto, inserto di satira de Il Fatto quotidiano, 16 ottobre 2011

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