Non si può far finta di nulla perché un milione di firme per cambiare legge elettorale “sono davvero molte” ma il “governo punta al 2013”. “Colpito” dai numeri ma “non spaventato” dall’ipotesi del referendum, Silvio Berlusconi guarda con apparente distacco il dibattito sul cambio di sistema di voto al quale però, secondo alcuni suoi interlocutori, sembra voler dare una valenza politica nel tentativo di riallacciare i rapporti con l’Udc di Pier Ferdinando Casini.

L’obiettivo del Cavaliere, infatti, resta arrivare a fine legislatura ma c’è anche la consapevolezza che, se la situazione dovesse improvvisamente precipitare, si deve essere pronti a tutto. Anche ad andare al voto. Il premier ai suoi non ha nascosto di apprezzare la legge attuale: quelle preferenze messe sotto accusa da destra e da sinistra ma che – avrebbe confidato – sono invece giudicate positivamente dai leader di partito. In extremis – sarebbe il ragionamento – se non c’è accordo, sarebbe meglio votare con questa legge.

Nel Pdl si guarda con attenzione alle mosse dei centristi con i quali proprio la legge elettorale potrebbe terreno di trattativa. E non è un caso che Berlusconi abbia dato il compito di valutare le ipotesi di modifica del sistema elettorale a Denis Verdini. Il coordinatore del partito, sempre in giro con sondaggi e tabelle piene di numeri, non ha mai nascosto il desiderio di riagganciare il partito di Casini. Il leader dell’Udc, dal canto suo, invece spinge per andare al voto e “solidarizza” con Roberto Maroni. Una mossa vista con preoccupazione tra i pidiellini, soprattutto a causa del nuovo attivismo del ministro dell’Interno. Berlusconi, invece, non sarebbe preoccupato delle mosse dell’esponente della Lega.

Al momento – spiega chi lo ha sentito – giudica che “una Opa” di Maroni sul Carroccio sia “prematura”. Le divisioni all’interno della maggioranza sugli ipotetici sistemi di voto – spiega chi lo ha sentito – non sembrano preoccupare il presidente del Consiglio. E a conferma della tesi, il Cavaliere oggi si è concesso un giorno di riposo per festeggiare il proprio compleanno insieme ai figli nella villa di Arcore. Una giornata in famiglia che illustra meglio di ogni altra parola il peso che Berlusconi dà alle polemiche sulla legge elettorale. In più c’è la preoccupazione per l’aggravarsi della situazione in Grecia. Ora le priorità per il governo sarebbero altre: in primis, c’è il dossier Bankitalia. Il nodo del nuovo governatore di Palazzo Koch ‘strozzà le altre questioni in agenda. L’assenza di Giulio Tremonti, impegnato in Lussemburgo, ha fatto saltare la riunione di domani con la Lega. Per lo stesso motivo, martedì a Roma si terrà soltanto il vertice del Pdl a Palazzo Grazioli: si discuterà del decreto sviluppo, dando vita a quella ‘cabina di regià invocata nel Pdl soprattutto dagli avversari di Tremonti.

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