Prima di prendere qualsiasi decisione sulla sesta tranche di aiuti alla Grecia, l’Eurogruppo vuole aspettare il rapporto della Troika. L’ultima visita di Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea risale all’inizio di settembre, quando la Grecia era ancora lontana dagli obiettivi. Secondo gli analisti il ritardo significa che le istituzioni internazionali non sono soddisfatte del programma greco: “Vi sono problemi che riguardano il budget 2011-2012, le riforme strutturali e le privatizzazioni”, ovvero tutti gli sforzi che l’Europa aveva chiesto ad Atene. La data della prossima ispezione non è ancora stata fissata. Una volta conclusa la missione, la troika diffonderà un “compliance report” a tutti gli stati dell’Eurozona. Dovrà essere “un rapporto solido, completo, senza zone grigie” e per questo è necessario “che ci sia chiarezza su tutte le misure del governo greco”, da quelle di risanamento dei conti 2011/2012 alle riforme strutturali al piano di privatizzazioni” ha detto il portavoce Ue Amadeu Altafaj Tardio. Il governo Papandreu sperava invece di avere la nuova tranche di aiuti in concomitanza del vertice Ecofin del 3-4 ottobre. Ma il portavoce Ue Tardio smentisce: “Il 3 ottobre a Lussemburgo i ministri delle Finanze della zona euro discuteranno dell’argomento, ma non è mai stata fissata quella scadenza per decidere della prossima tranche di aiuti alla Grecia”.

L’unione europea prova intanto a dare un’accellerata al fondo salva-Stati. Il commissario agli Affari monetari Olli Rehn parla di un possibile rafforzamento, rispetto a quanto deciso a luglio al summit dei capi di stato e di governo Ue. Il progetto sarebbe dovuto partire nell’estate del 2013, ma oggi il commissario Ue Rehn dice: “Stiamo valutando la possibilià di dotare l’European financial stability fund di un effetto leva più importante per rafforzarlo”. Il fondo Ue da 440 miliardi di euro potrebbe essere potenziato attraverso l’emissione di titoli e l’attivazione un collegamento diretto della sua attività con quella della Bce. Giovedì prossimo la Germania voterà sul possibile ampliamento del fondo Efsf. La cancelliera tedesca Angela Merkel farà “pressione in questi giorni” per ottenere un risultato positivo. La Merkel si dice “fiduciosa” nella possibilità di contare sulla propria maggioranza, senza dover ricorrere all’appoggio dell’opposizione. “Abbiamo bisogno dell’euro” – ha ribadito la cancelliera – perché “è un bene” anche per i tedeschi.

Intanto i paesi del G20 hanno discusso ieri un maxi piano d’aiuto alle banche. Secondo indiscrezioni si tratta di un piano di 3mila miliardi di euro per ricapitalizzare gli istituti di credito di Eurolandia e, in tal modo, proteggere l’euro e permettere così alla Grecia un default sui suoi debiti senza mettere a repentaglio la stabilità dell’economia continentale. Un disegno su cui però manca una conferma ufficiale: il portavoce dell’Unione europea ha espresso qualche perplessità, commentando le indiscrezioni di stampa:  “E’ prematuro e irresponsabile fare ipotesi sulle cifre del potenziamento del fondo salva-stati” ha detto Tardio. La Banca centrale europea potrebbe discutere la prossima settimana la riapertura del programma di acquisto dei covered bond emessi dalle banche, assieme ad altre misure tese a sostenere gli istituti di credito.

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