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Termovalorizzatore di Salerno, De Luca accusato di peculato. Chiesto il processo

Deve rispondere della nomina del suo fedelissimo capo staff Alberto Di Lorenzo a project manager del termovalorizzatore di Cupa Siglia, firmata quando il sindaco di Salerno era commissario straordinario per la realizzazione dell’opera. La richiesta di rinvio a giudizio risale al 21 aprile, ma restò "riservata" perché incombevano le elezioni
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La richiesta di rinvio a giudizio fu firmata il 21 aprile scorso. Ma con la campagna elettorale delle amministrative in pieno svolgimento, il procuratore capo di Salerno Franco Roberti dettò la linea della riservatezza. Così soltanto ora, a urne chiuse da molto tempo, la fissazione dell’udienza preliminare ha rivelato che Vincenzo De Luca è alla sbarra con l’accusa di peculato. Il pm Roberto Penna vuole processare il sindaco di Salerno per la nomina del suo fedelissimo capo staff Alberto Di Lorenzo a project manager del termovalorizzatore di Cupa Siglia, firmata quando De Luca era commissario straordinario per la realizzazione dell’opera. Grazie a quell’incarico, Di Lorenzo ha potuto incassare 15.000 euro, nell’ambito dei 180.000 euro stanziati dal commissario De Luca per retribuire il gruppo di lavoro costituito per avviare le procedure di realizzazione. Secondo la Procura, le norme vigenti non prevedono la figura del project manager per quel tipo di procedura. Di conseguenza, De Luca non poteva nominare nessuno per quell’incarico, e tanto meno fare in modo che venisse retribuito. Il Gup Franco Attilio Orio ha disposto l’udienza preliminare all’8 novembre.

L’inchiesta è nata da un esposto anonimo. Il pm ha indagato sugli atti emessi nel periodo in cui De Luca ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario del termovalorizzatore, dal gennaio 2008 (nominato dal governo Prodi) fino a quando la legge sulla provincializzazione del ciclo dei rifiuti non lo ha spogliato delle competenze, trasferite sul presidente della Provincia, l’azzurro Edmondo Cirielli. In quei mesi, De Luca firmò una serie di ordinanze. Con quella del 18 febbraio 2008, la numero 4, nominò Di Lorenzo project manager, con quella del 14 febbraio 2008, la numero 3, investì Domenico Barletta del compito di responsabile del procedimento. Di Lorenzo e Barletta sono anch’essi indagati per peculato. L’ordinanza numero 3 individuò anche i componenti del gruppo di lavoro e l’ingegnere messo a capo del coordinamento del gruppo, Lorenzo Criscuolo. Un incarico durato appena 4 giorni, cancellato dall’ordinanza con cui si affidava a Di Lorenzo il ruolo di project manager, con poteri di gestione operativa del progetto e di coordinamento del gruppo di lavoro. Su quest’anomalia si sono concentrate le attenzioni del pm. Di qui l’indagine scaturita nella richiesta di rinvio a giudizio.

De Luca, esponente del Pd, è già imputato in altri due processi per vicende relative alle sue vecchie amministrazioni. E grazie alla prescrizione si è salvato in un ulteriore processo per le irregolarità del sito di stoccaggio di Ostaglio. Il 16 maggio ha conquistato il secondo mandato consecutivo – è il quarto dal 1993 – stravincendo al primo turno con la percentuale record del 74,5%. Un trionfo che gli meritò una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale sferzò “l’auto perpetuazione del gruppo dirigente nazionale” del Pd, ribadì le critiche ai vertici nazionali democratici e affermò: “Si è dimostrato che il berlusconismo si può battere. E che la temuta assuefazione agli scandali non esiste. Per tanta parte dell’Italia decenza e dignità significano ancora qualcosa”.

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