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De Magistris e la reliquia del Santo

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La città tutta e la stampa locale si sono interrogate per settimane sull’angosciante dilemma, ovverosia se dopo la liquefazione del sangue di San Gennaro, il neosindaco De Magistris avrebbe baciato o no la teca. Angoscia finita quando stamane sul presto,  il sindaco-magistrato di blu vestito fasciato con il tricolore, a capo chino ha baciato la teca che il cardinale Sepe gli porgeva. Per la verità, il miracolo è stato più grande, perchè il sangue del santo era già liquefatto quando il cardinale ha prelevato l’ampolla.

Il dilemma bacio sì-bacio no è nato da un precedente: l’assai poco devoto sindaco Maurizio Valenzi, senatore Pci e togliattiano di ferro, si rifiutò di baciarla. Quando toccò  per la prima volta a Bassolino (stesso partito di Valenzi) prostrarsi al santo patrono, tutti a chiedersi se avrebbe baciato la “venerata”. E bacio fu. De Magistris non solo ha baciato la reliquia, ma con spirito da crociato ha pure difeso il Santo davanti alla possibilità di cancellazione delle feste patronali, inserita nella nuova manovra economica.

Qualcuno ha pensato di cancellare la festa di San Gennaro pensando che un Governo in scadenza possa cambiare anche le festività religiose. Invece Napoli è tutta qui, al di là del credo politico e delle convinzioni religiose. Il giorno di San Gennaro  fa parte della storia di questa città, è una tradizione popolare, identitaria e religiosa che unisce. Napoli è una città in cui c’é una comunità cattolica, ma anche laica, ebraica, musulmana.”

Poi, De Magistris ha aggiunto più pragmatico: “Il miracolo di San Gennaro fa bene alla città, ma Napoli non ha bisogno della religione e dei miracoli per andare avanti, ma del lavoro duro delle persone”. E infine alla domanda su che cosa avesse chiesto al Santo: “Il sindaco non chiede niente, ascolta, osserva, va avanti”.

Ma che nessuno si azzardi a toccare la festa di San Gennaro. Anche perché il Napoli proprio ieri ha rifilato tre gol al Milan… più festa (o miracolo) di così!

Ps: Questo post è dedicato alla Napoli più divertente e tradizionale, cui le autrici sono in vario modo legate.

(senza firma perché è di entrambe)

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