“Faccio il tifo per lui, sono davvero curiosa di vedere cosa annuncerà domenica. Anche perché sto parlando di una persona amica”. Lilli Gruber ha presentato la nuova edizione di 8 e mezzo rispondendo senza esitazione alla fatale domanda: si sente la mancanza di Santoro in questo avvio di stagione tv? “Si sente eccome, ma il vuoto verrà colmato da altri” ha detto la Gruber, che tornerà in video lunedì sera ospitando in studio Giuliano Amato.

“Per esempio – ha continuato la Gruber – sono certa che Corrado Formigli farà molto bene. Ma è anche vero che la sfida lanciata al sistema da Michele col suo progetto multimediale  è una scelta avveniristica, coraggiosa, in anticipo sui tempi. Del resto lui è sempre stato un pioniere. Uno da amare oppure odiare, ma con una professionalità indiscutibile”.

Evidentemente, nel giornalismo italiano, esser bravi non basta a garantirsi uno spazio. La Rai non ha più voluto Santoro, neanche gratis. Sky Italia ha mostrato in diretta tutto lo scandalo delle intercettazioni inglesi legate al proprio editore, lodando il valore sovrano della trasparenza e dell’imparzialità, ma poi si è ben guardata dall’offrire una finestra a un giornalista che, oltre al prestigio, garantisce ascolti stellari e ottimi introiti.

Saltando Mediaset in blocco per ovvi motivi, restava l’opzione La7, fallita perché Santoro è un soggetto incontrollabile, ha dichiarato l’ad Giovanni Stella; o forse perché Telecom, che controlla la rete, teme ritorsioni governative caricando a bordo un talento anti berlusconiano e sempre a caccia di guai bipartisan. “Io in tre anni di programma non ho mai subito pressioni nè censure dall’azienda – chiarisce la Gruber -. Credo di fare un buon giornalismo, e forse è per quello siamo riusciti a triplicare gli ascolti arrivando a una media del 6%: è la sinergia col tg di Mentana, è la voglia che hanno i cittadini di capire meglio la crisi, è la necessità assoluta di veder nascere una nuova classe dirigente”.

E per raccontare come cambia l’Italia non sarebbe meglio sentire tutte le voci più autorevoli? “Certo – ha risposto la Gruber -, e noi diamo il nostro contributo cercando di mantenere equilibrio, serietà. Non tornerei mai alla conduzione a due per ‘bilanciare’ politicamente il programma: anche da sola sono in grado di mantenere l’obiettività”.

Eppure il direttore – uscente – de La7, Lillo Tombolini, ha appena deciso di sostituire Luisella Costamagna con Nicola Porro per affiancare Luca Telese a In Onda. E ha dato un programma tutto intero a Gianluigi Nuzzi, reporter in arrivo da Libero, per compensare Formigli. Prove tecniche di un terzo polo televisivo già calmierato a puntino? “Abbiamo letto tutti i dialoghi intercettati tra dirigenti Rai e Mediaset impegnati a trovare accordi di non belligeranza – ha chiosato la Gruber -. Finché il mercato televisivo italiano non sarà davvero libero, è impossibile per La7 competere alla pari coi big”.

Forse però, con un pizzico di coraggio in più, sarebbe stato possibile aprire una strada nuova, raccontare un capitolo diverso della tivù italiana. Senza aspettare che l’amico Michele faccia il miracolo anche stavolta per dimostrare che in Italia si può essere giornalisti difficili ma veraci.

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