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Sequestro “preventivo” per le foto di B.
in dolce compagnia nel giorno dei referendum

Le immagini scattate da Antonello Zappadu sono state prelevate dai carabinieri nella redazione romana dell'Espresso. Il settimanale parla di "intimidazione". E le ripubblica tutte on line
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I carabinieri si sono presentati nella redazione romana dell’Espresso per eseguire un “sequestro preventivo” delle foto di Villa Certosa scattate dal reporter Antonello Zappadu. Si tratta delle immagini pubblicate nel servizio di copertina lo scorso 17 giugno, in cui si vede Silvio Berlusconi che intrattiene due ragazze in un padiglione della sua tenuta di Porto Rotondo. Le foto erano state scattate domenica 12 giugno, il giorno in cui gli italiani andarono a votare i referendum sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, che raggiunsero il quorum sconfessando la linea del governo. Da qui il titolo di copertina dell’Espresso:  “Tu quorum, io Papi”.

L’ordine di sequestro è stato emesso dal tribunale di Tempio Pausania dopo la denuncia presentata dal presidente del Consiglio. “Sorprende l’adozione della formula giuridica del sequestro preventivo, un provvedimento molto grave perché limita la libertà di stampa”, si legge in una nota del settimanale, “nei confronti di fotografie già pubblicate: come se ci fosse il timore che le immagini potessero contenere altri elementi fastidiosi per la privacy del premier. Un’iniziativa legale che rappresenta comunque una forma di intimidazione nei confronti di nuove pubblicazioni”.

Ma nell’era del web è difficile far sparire delle fotografie. Il materiale sequestrato è infatti tuttora visibile sul sito del settimanale.

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