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Caso Penati, i pm di Monza chiedono
le carte dell’inchiesta sulla Serravalle

Nel 2005 la Provincia di Milano acquistò il 15 per cento della società autostradale dal gruppo Gavio. Una scelta contestata, anche per il prezzo pagato dall'ente pubblico
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Svolta nell’indagine per corruzione a carico di Filippo Penati aperta dalla procura di Monza. I pm Walter Mapelli e Franca Macchia hanno chiesto ai colleghi milanesi gli atti dell’inchiesta sull’acquisto di un pacchetto azionario dell’autostrada Milano-Serravalle dal gruppo Gavio, deliberato dalla Provincia di Milano nel 2005, quando Penati ne era il presidente (qui la ricostruzione di Gianni Barbacetto).

L’anello di congiunzione tra le due inchieste è Bruno Binasco, amministratore del gruppo Gavio. Secondo gli inquirenti monzesi, sarebbe stato proprio Binasco a restituire, su ordine di Penati, circa due milioni di euro a un altro personaggio chiave della vicenda, l’imprenditore sestese Piero Di Caterina, sotto forma di una finta caparra immobiliare.

L’operazione Serravalle aveva suscitato forti polemiche: l’acquisto del 15 per cento della società autostradale da parte dell’ente pubblico era stato criticato tra gli a tri dal sindaco di Milano Gabriele Albertini, sia per la filosofia dell’operazione sia per il prezzo pagato dalla Provincia, ritenuto troppo alto. Lo stesso Albertini aveva presento diverse denunce alla magistratura, che però non avevano portato a nulla.

Era stato l’attuale segretario del Pd Pier Luigi Bersani a mettere in contatto Penati con Gavio per discutere della Serravalle, su richiesta dell’imprenditore.

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