Un gruppo di hacker ha violato il cervello delle investigazioni informatiche italiane, gestito dalla polizia di Stato, e sta pubblicando alcuni documenti riservati, in stile Wikileaks. Obiettivo dell’attacco, il Cnaipic, Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche. “Sono in corso attente verifiche” si legge in un una nota della polizia, ma “di fatto risultano pubblicati online contenuti apparentemente riconducibili al Cnaipic della stessa Polizia delle Comunicazioni, sulla cui autenticita’ sono in corso accertamenti”.
La notizia è stata rivelata da Repubblica.it, che attribusce l’azione al “gruppo di pirati informatici Lulzsec, già responsabile di attacchi di alto profilo, tra cui uno contro la Cia. Su un sito è possibile leggere la rivendicazione dell’attacco. Il gruppo, che si firma anche Antisec, ha già messo on line i primi documenti, ma è soltanto l’assaggio, assicura. Altri ne arriveranno “per rivelare alcuni fra i più importanti rapporti e segreti nelle Agenzie di Law Enforcement informatiche, e le loro pratiche illegali e amorali. Oggi”, continua il comunicato, “abbiamo ottenuto l’accesso al vaso di Pandora delle agenzie anticrimine italiane (…) quindi abbiamo deciso di diffondere tutto quello che hanno nella rappresentanza italiana,ovverossia una task force con vaste risorse chiamata Cnaipic”.
Seconfo Lulzsec, il centro informatico gestito dalla polizia è un'”organizzazione corrotta”, che “ha ottenuto e raccolto le ‘prove’ dalle propietà sequestrate a innumerevoli sospetti operanti nel settore dell’informatica e le ha usate nell’arco di molti anni per compiere operazioni illegali con la cooperazione di agenzie di intelligence straniere e varie oligarchie per saziare la loro brama di potere e soldi, anizchè usare i dati ottenuti per facilitare le inchieste/indagini in corso”.
Il testo contiene un riferimento ad Anonymous, oggetto di un’operazione di polizia poche settimane fa. “Il nostro movimento sotto il nome di Antisec racchiude ad oggi moltissime crew che supporteranno le prossime operazioni italiane. Questo è un richiamo anche per l’attacco diretto ad i nostri amici di Anonymous che nei giorni scorsi sono stati arrestati sia in Italia, che in Europa e negli Stati Uniti”.
Al momento sono finiti in rete, liberamente scaricabili, documenti riguardanti il caso Madoff, Bank Medici, trivellazioni petrolifere in Vietnam, affari della Gazprom, fotocopie di documenti d’identità, anche mediorentali. Tra le carte, anche delle informative di polizia, come quella che, il 10 gennaio 2008, segnala la violazione di 130 computer della Procura di Genova, avvenuta probabilmente “dall’interno”.
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