Non bastavano i pass per invalidi associati alle auto dei calciatori rossoblu, utili solo a transitare per il centro. Come avrebbero potuto, infatti, parcheggiare? Se lo chiedevano in Procura a Bologna quando hanno iniziato l’indagine e ora, forse, gli investigatori potrebbero aver trovato una risposta: i permessi T7, quelli che consentono di lasciare la propria vettura in aree contrassegnate dalle righe blu (parcheggio a pagamento) senza pagare la sosta e che vengono concessi per un periodo di 90 giorni (rinnovabili) in attesa della residenza temporanea o definitiva.

L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Valter Giovannini e sulla quale vige stretto riserbo, non ha per ora nuovi indagati. Anche se potrebbero essere imminenti altre iscrizioni.

Sono nove i giocatori del Bologna Fc, insieme ad alcuni loro parenti, che avrebbero utilizzato questo “escamotage”. Quasi una formazione calcistica.

Il T7 infatti è un permesso di tre mesi per accedere e sostare nel centro. Solitamente viene concesso a chi sta per ottenere la residenza. Se le targhe abbinate agli H davano quindi la possibilità di transito e non di sosta, i T7 permettevano anche di parcheggiare gratuitamente nel settore di residenza e a pagamento negli altri settori.

La Procura avrebbe scoperto l’esistenza di molti permessi T7 falsi in capo a calciatori e parenti, non avendo questi avviato alcuna procedura per la residenza.

I giocatori coinvolti sono nove: il capitano Di Vaio, Portanova, Viviano, Mudingayi, Morleo, Esposito, Paonessa e Moras. Tra loro occorre però fare dei distinguo.

Marco Di Vaio, già indagato per truffa in relazione ai pass per disabili, sarebbe in possesso, insieme alla moglie, di alcuni permessi T7. Il capitano rossoblu è però l’unico giocatore ad aver avviato una pratica per la residenza temporanea, poi scaduta, successivamente rinnovata, ed infine non concessa. Sarà ora compito della Procura verificare se i permessi temporanei erano riferiti al periodo coperto dalla pratica di residenza oppure hanno continuato a campeggiare sul parabrezza delle loro automobili anche dopo quel periodo.

Ci sono altri giocatori, invece, che hanno goduto del permesso T7 senza neppure iniziare la pratica per la residenza. Si tratta di Daniele Portanova, il portiere Emiliano Viviano, che avrebbe aperto la pratica il 14 aprile 2011, nettamente dopo l’utilizzo del permesso. Così come Gaby Mudingayi, che ha iniziato la pratica il 28 aprile 2011, ma in precedenza aveva goduto del rilascio di diversi T7.

C’è poi Massimo Mutarelli, temporaneamente residente, ma dopo la scadenza nel gennaio 2010 si è visto rilasciare un ulteriore provvedimento T7. Archimede Morleo, che ha goduto di alcuni permessi intestati al dipendente di Coopertone Gianluca Garetti, già indagato per corruzione nel filone principale sui pass per disabili. Andrea Esposito, il quale per la sua vettura Audi, ha ottenuto tre permessi, emessi però a nome di Portanova, circostanza quest’ultima che la Procura sta cercando di chiarire. C’è poi il bolognese Gabriele Paonessa, che ha goduto di due permessi, dopo essere emigrato da Bologna. E infine Vangelis Moras.

Questi permessi T7 sono stati rilasciati sistematicamente da Coopertone a calciatori e parenti senza le pratiche anagrafiche collegate (libretto di circolazione e copia della richiesta di residenza). La posizione di Garetti e di altri 4 o 5 dipendenti della Copertone, a cui Atc aveva esternalizzato la gestione dei permessi, potrebbe diventare problematica.

E a questo punto si fa largo un’ipotesi che sarà verificata dagli investigatori. Sono stati infatti trovati alcuni faldoni vuoti, classificati come “T7”, mentre altri sarebbero del tutto scomparsi. Contenevano documenti che potrebbero attestare la concessione di permessi irregolari?

Una domanda non da poco, dato la natura dei reati che si potrebbero configurare. A chi rilasciava, infatti, si potrebbe contestare quello di falso in certificazione mentre per chi usufruiva dei T7 sospetti si andrebbe dalla buonafede all’uso di atto falso (se non fosse provato un ruolo diretto nel rilascio) fino al concorso nella formazione di atto falso.

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