Lunedi’ aveva ricevuto la ”botta importante” della notifica dell’informazione di garanzia. Cinque giorni dopo Marco Di Vaio, attaccante e capitano del Bologna Calcio, indagato per falso e truffa nell’inchiesta della Procura sui pass auto per disabili, ha deciso di togliersi un peso dallo stomaco: “Voglio chiedere scusa a tutti: a chi mi sta difendendo, ma anche a chi è rimasto indignato o deluso”, ha detto in una libreria del centro della città dove era andato per firmare le copie di un volume, che racconta la travagliata stagione vissuta dai rossoblù. Poi ha spiegato di non essere abbastanza lucido per decidere del proprio futuro e di aver bisogno di ritrovare la serenità perduta.

Di tutto quello che è successo, “se mi sono messo in queste condizioni”, ha aggiunto il calciatore, “l’unica colpa è del sottoscritto”. La vicenda, ha continuato, “è una brutta pagina, a prescindere da chi ha ragione o torto”.

Questo, dopo essere rimasto in silenzio per una decina di minuti. Poi, interpellato dai cronisti, si è sfogato, senza entrare nel merito nell’inchiesta: secondo l’accusa si sarebbe fatto annullare oltre 40 multe per essere passato in una zona a traffico limitato, firmando insieme a Marilena Molinari, disabile tuttofare che aiuta i calciatori del Bologna, una dichiarazione per ogni multa in cui sosteneva che l’aveva accompagnata per commissioni. “C’è un indagine – ha chiarito – e qualsiasi parola sarebbe fuori luogo”.

Poi però ha descritto il suo stato d’animo e manifestato il desiderio di chiedere scusa, dopo “averci pensato questa notte”. Scuse indirizzate “sia a chi mi appoggia e mi è vicino, ma anche a chi è indignato, si sente tradito perchè, se provano questi sentimenti nei miei confronti, vuol dire che anche a loro ho dato qualcosa”.

“Imbarazzato e ferito”, non si è quindi sbilanciato sui prossimi mesi. Per qualcuno, infatti, potrebbe troncare e andarsene da quella squadra con cui ha appena rinnovato e da quella città che lo aveva rilanciato e innalzato nelle ultime tre stagioni e della quale era diventato un simbolo, tanto da meritarsi il Nettuno d’oro, poi restituito quando erano uscite le prime notizie sul suo coinvolgimento nella vicenda dei pass : “Ho bisogno – ha detto – di andare in vacanza e di mettere serenità nel mio cuore. Ora non sono libero, non riesco a decidere, a pensare al mio futuro calcistico. Se non ho serenità, come si è visto negli ultimi due mesi, non riesco a rendere”. E ora non ce l’ha: “Sono troppo condizionato da quello che è successo. Quello che penso adesso non sarebbe la verità”.

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