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Agostino, imprenditore contro la ‘ndrangheta

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Una storia di “ordinario pizzo”, tra Sicilia e Calabria, che ha trasformato la vita di un imprenditore in un’avventurosa esperienza. Dal breve resoconto di Agostino emerge limpidamente il processo di penetrazione della ‘ndrangheta che tenta di sfondare il mercato legale, piegando al suo volere, quasi con naturalezza, le imprese che hanno l’avventura di affacciarsi nella Piana di Gioia Tauro.

Investiamo soltanto nel settore dell’edilizia residenziale a Siracusa”. Taglia corto Agostino Lo Monaco, imprenditore nel settore edile. La sua è una storia di militanza contro i fenomeni criminali e mafiosi.

Io e il mio socio Gianpaolo Mangiafico – ci racconta – avevamo un’azienda di costruzioni. Il nostro territorio di investimenti era Gioia Tauro, in Calabria, perché in quegli anni si investiva molto nel settore delle costruzioni nella zona. Il meccanismo di infiltrazione degli ‘ndranghetisti era quello delle attività in conto terzi, chiavi in mano. In questo modo lavoravi con una struttura operativa già precostituita senza rendertene conto. L’infiltrazione dei mafiosi è avvenuta a poco a poco, prima le imposizioni di forniture, poi dei mezzi, a seguire gli operai e per finire l’imposizione del pizzo. Lo scopo ultimo, evidentemente, era quello di impossessarsi completamente dell’azienda, anche attraverso le commesse”.

Intorno al 2001 – continua l’imprenditore siracusano- non ne abbiamo potuto più, così il mio socio andò a denunciare tutto agli organi competenti. L’arresto è arrivato subito dopo perché li abbiamo fatti catturare in flagranza di reato. Da allora però, la sua vita, così come la mia si sono trasformate in incubo. Sottoscorta per dieci anni, senza libertà e con il rischio di non farcela a stare nel mercato“.

“Oggi le cose vanno meglio. Siamo impegnati con Sos Impresa e cerchiamo di dare una mano a tutti quegli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare. Di ritornare ad investire in Calabria non ci pensiamo proprio. E’ meglio investire a Siracusa nel settore pubblico”.

di Laura Galesi e Marcello Ravveduto
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