Vietato parlare dei referendum del 12 e 13 giugno per gli artisti e cantanti che si sono esibiti a piazza San Giovanni a Roma per il concerto del Primo maggio. Ascanio Celestini ai microfoni de ilfattoquotidiano.i dichiara: “Ho firmato una liberatoria. Non posso salire sul palco e dire ‘ricordatevi che ci sono i Referendum…’ se lo avessi saputo non sarei venuto qui“. Finaz di Banda Bardò rintuzza: “Me lo ha fatto notare proprio Celestini, nella nostra semplicità d’animo ci hanno firmare una liberatoria allucinante. Ma che male c’è a parlare di Referendum?!” (continua…).
Servizio di Luigina D’Emilio e Paolo Dimalio
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Bavaglio Rai sui referendum. La denuncia durante il concerto del Primo Maggio
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- 00:40 - Ucraina-Russia, aiuti a Kiev nel limbo: Ramstein ultima chance per Zelensky
Kiev, 8 ott. (Adnkronos/Washington Post) - Volodymyr Zelensky e l'Ucraina al bivio. Kiev, da oltre 950 giorni in guerra con la Russia, ha a disposizione una delle ultime chance per sperare in una svolta, uscire dal limbo e ottenere un sostegno concreto per l'attuazione del suo 'Piano per la Vittoria'. Nella base tedesca di Ramstein, venerdì 11 ottobre, va in scena un summit cruciale: Zelensky avrà una nuova chance per presentare il suo Piano davanti agli alleati e convincerli della necessità di un ulteriore salto di qualità nell'assistenza a Kiev.
L'Ucraina resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari, ma questo sostegno - a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca - resta incerto, mentre l'attenzione sulla guerra va via via scemando, sostituita dalla nuova escalation in Medio Oriente.
La visita di Zelensky a Washington non ha avuto gli effetti sperati per il governo ucraino. Il presidente Joe Biden - che rinvia la partenza per la Germania a causa dell'emergenza legata all'uragano Milton - non ha cambiato idea sul divieto di usare i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in territorio russo.
Zelensky, inoltre, si è trovato intrappolato in un fuoco politico incrociato ed è stato criticato o snobbato da esponenti repubblicani. L'incontro con il candidato del Gop alla Casa Bianca, Donald Trump - il primo dall'inizio della guerra - c'è stato, ma si è svolto in tutta fretta e dopo che inizialmente il tycoon aveva espresso l'intenzione di non incontrare il presidente ucraino.
"Nessuno ha intenzione di abbandonare l'Ucraina, ma l'Ucraina non è sicuramente tra le prime tre questioni principali per gli Stati Uniti in questo momento", ha affermato Mykola Davydiuk, un esperto politico di Kiev. Ecco perché l'incontro dell'Ukraine Defense Contact Group a Ramstein, al quale parteciperà anche la premier Giorgia Meloni, assume un'importanza fondamentale per Zelensky in quanto, secondo un diplomatico occidentale, potrebbe permettere all'Ucraina di raccogliere nuove forme di aiuti. A cominciare dal rafforzamento delle sue difese aeree, un tasto su sui il leader ucraino continua a battere.
"È importante che i grandi Paesi che dispongono delle armi necessarie siano davvero grandi nel proteggere la vita, non tenendo queste armi da qualche parte nei magazzini o nei depositi", ha dichiarato Zelensky su Telegram.
Il presidente, in un altro post, ha specificato che "non si tratta solo di ciò che abbiamo già realizzato o di ciò che stiamo producendo attualmente, ma anche di proposte per i nostri partner: investire nella produzione ucraina, principalmente nella realizzazione di droni e sistemi di guerra elettronica. Anche questo fa parte del nostro pacchetto per il prossimo incontro 'Ramstein' ".
Secondo Zelensky, la determinazione degli alleati e il rafforzamento dell'Ucraina sono ciò che può fermare l'aggressione russa. Nella base tedesca, tuttavia, i Paesi della Nato - secondo sempre il diplomatico occidentale - potrebbero anche fare nuovi passi avanti riguardo le garanzie sulla futura adesione dell'Ucraina all'Alleanza, anche se probabilmente ancora al di sotto del livello richiesto dall'ex Repubblica sovietica. L'iter per portare Kiev nella Nato è stato al centro di ipotesi negli ultimi giorni: il Financial Times ha prospettato uno scenario, escluso a stretto giro da Zelensky, in cui l'avvicinamento dell'Ucraina alla Nato si accompagni alla cessione di territori alla Russia.
Al momento, il timore principale per i funzionari ucraini è che le imminenti elezioni presidenziali Usa, e una nuova Amministrazione indipendentemente dal loro esito, possano mettere in dubbio la futura assistenza alla sicurezza dell'Ucraina.
Il team di Zelensky ha cercato di convincere Biden a sostenere il 'Piano per la Vittoria', anche per garantirsi il sostegno di Washington al di là di chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma ora è improbabile che il presidente intraprenda qualsiasi azione che possa risultare impopolare e mettere a repentaglio la campagna di Kamala Harris.
Intanto Anton Grushetskyi, direttore del Kyiv International Institute of Sociology, sostiene che sebbene Zelensky e il suo governo continuino ripetutamente a escludere di cedere porzioni di territorio alla Russia, che ora occupa più del 20% del Paese, tra la popolazione continui a rafforzarsi l'idea fare compromessi temporanei sull'integrità territoriale in cambio dell'adesione alla Nato o di garanzie di sicurezza da parte degli alleati.
Il sentimento pubblico in Ucraina, infatti, è cambiato nell'ultimo anno. I cittadini lontani dal fronte hanno dovuto fare i conti con blackout continui a causa del bombardamento della rete elettrica da parte di Mosca. La Russia ha ripreso l'iniziativa lungo il fronte, mentre l'esercito ucraino si sta affrettando a rimpinguare i suoi reparti con una campagna di mobilitazione.
La sorprendente incursione nella regione russa di Kursk durante l'estate ha dato una spinta a livello morale ed è suonata come una dichiarazione agli alleati che l'Ucraina è ancora in grado di ottenere guadagni sul campo di battaglia. Ma quell'offensiva si è in gran parte fermata, mentre le forze di Kiev continuano a perdere terreno nell'est. Con la guerra che sembra sempre più in una situazione di stallo, anche il sostegno dei partner occidentali dell'Ucraina è stato più moderato. "Nel 2023 c'erano grandi speranze, ma nel 2024 ci sono molte delusioni e non è chiaro cosa accadrà in futuro: questo è un dato di fatto", ha affermato il deputato all'opposizione, Oleksiy Goncharenko.
- 00:30 - Ucraina-Russia, aiuti a Kiev nel limbo: Ramstein ultima chance per Zelensky
Kiev, 8 ott. (Adnkronos/Washington Post) - Volodymyr Zelensky e l'Ucraina al bivio. Kiev, da oltre 950 giorni in guerra con la Russia, ha a disposizione una delle ultime chance per sperare in una svolta, uscire dal limbo e ottenere un sostegno concreto per l'attuazione del suo 'Piano per la Vittoria'. Nella base tedesca di Ramstein, venerdì 11 ottobre, va in scena un summit cruciale: Zelensky avrà una nuova chance per presentare il suo Piano davanti agli alleati e convincerli della necessità di un ulteriore salto di qualità nell'assistenza a Kiev.
L'Ucraina resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari, ma questo sostegno - a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca - resta incerto, mentre l'attenzione sulla guerra va via via scemando, sostituita dalla nuova escalation in Medio Oriente.
La visita di Zelensky a Washington non ha avuto gli effetti sperati per il governo ucraino. Il presidente Joe Biden - che rinvia la partenza per la Germania a causa dell'emergenza legata all'uragano Milton - non ha cambiato idea sul divieto di usare i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in territorio russo.
Zelensky, inoltre, si è trovato intrappolato in un fuoco politico incrociato ed è stato criticato o snobbato da esponenti repubblicani. L'incontro con il candidato del Gop alla Casa Bianca, Donald Trump - il primo dall'inizio della guerra - c'è stato, ma si è svolto in tutta fretta e dopo che inizialmente il tycoon aveva espresso l'intenzione di non incontrare il presidente ucraino.
"Nessuno ha intenzione di abbandonare l'Ucraina, ma l'Ucraina non è sicuramente tra le prime tre questioni principali per gli Stati Uniti in questo momento", ha affermato Mykola Davydiuk, un esperto politico di Kiev. Ecco perché l'incontro dell'Ukraine Defense Contact Group a Ramstein, al quale parteciperà anche la premier Giorgia Meloni, assume un'importanza fondamentale per Zelensky in quanto, secondo un diplomatico occidentale, potrebbe permettere all'Ucraina di raccogliere nuove forme di aiuti. A cominciare dal rafforzamento delle sue difese aeree, un tasto su sui il leader ucraino continua a battere.
"È importante che i grandi Paesi che dispongono delle armi necessarie siano davvero grandi nel proteggere la vita, non tenendo queste armi da qualche parte nei magazzini o nei depositi", ha dichiarato Zelensky su Telegram.
Il presidente, in un altro post, ha specificato che "non si tratta solo di ciò che abbiamo già realizzato o di ciò che stiamo producendo attualmente, ma anche di proposte per i nostri partner: investire nella produzione ucraina, principalmente nella realizzazione di droni e sistemi di guerra elettronica. Anche questo fa parte del nostro pacchetto per il prossimo incontro 'Ramstein' ".
Secondo Zelensky, la determinazione degli alleati e il rafforzamento dell'Ucraina sono ciò che può fermare l'aggressione russa. Nella base tedesca, tuttavia, i Paesi della Nato - secondo sempre il diplomatico occidentale - potrebbero anche fare nuovi passi avanti riguardo le garanzie sulla futura adesione dell'Ucraina all'Alleanza, anche se probabilmente ancora al di sotto del livello richiesto dall'ex Repubblica sovietica. L'iter per portare Kiev nella Nato è stato al centro di ipotesi negli ultimi giorni: il Financial Times ha prospettato uno scenario, escluso a stretto giro da Zelensky, in cui l'avvicinamento dell'Ucraina alla Nato si accompagni alla cessione di territori alla Russia.
Al momento, il timore principale per i funzionari ucraini è che le imminenti elezioni presidenziali Usa, e una nuova Amministrazione indipendentemente dal loro esito, possano mettere in dubbio la futura assistenza alla sicurezza dell'Ucraina.
Il team di Zelensky ha cercato di convincere Biden a sostenere il 'Piano per la Vittoria', anche per garantirsi il sostegno di Washington al di là di chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma ora è improbabile che il presidente intraprenda qualsiasi azione che possa risultare impopolare e mettere a repentaglio la campagna di Kamala Harris.
Intanto Anton Grushetskyi, direttore del Kyiv International Institute of Sociology, sostiene che sebbene Zelensky e il suo governo continuino ripetutamente a escludere di cedere porzioni di territorio alla Russia, che ora occupa più del 20% del Paese, tra la popolazione continui a rafforzarsi l'idea fare compromessi temporanei sull'integrità territoriale in cambio dell'adesione alla Nato o di garanzie di sicurezza da parte degli alleati.
Il sentimento pubblico in Ucraina, infatti, è cambiato nell'ultimo anno. I cittadini lontani dal fronte hanno dovuto fare i conti con blackout continui a causa del bombardamento della rete elettrica da parte di Mosca. La Russia ha ripreso l'iniziativa lungo il fronte, mentre l'esercito ucraino si sta affrettando a rimpinguare i suoi reparti con una campagna di mobilitazione.
La sorprendente incursione nella regione russa di Kursk durante l'estate ha dato una spinta a livello morale ed è suonata come una dichiarazione agli alleati che l'Ucraina è ancora in grado di ottenere guadagni sul campo di battaglia. Ma quell'offensiva si è in gran parte fermata, mentre le forze di Kiev continuano a perdere terreno nell'est. Con la guerra che sembra sempre più in una situazione di stallo, anche il sostegno dei partner occidentali dell'Ucraina è stato più moderato. "Nel 2023 c'erano grandi speranze, ma nel 2024 ci sono molte delusioni e non è chiaro cosa accadrà in futuro: questo è un dato di fatto", ha affermato il deputato all'opposizione, Oleksiy Goncharenko.
- 21:49 - Ucraina: in agenda Zelensky visita da Meloni giovedì, tappa a Roma in stand-by per Ramstein
Roma, 8 ott. (Adnkronos) - A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe essere a Roma giovedì, in visita a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L'uso del condizionale è d'obbligo, perché la visita sarebbe legata a doppio filo al vertice di Ramstein, in programma sabato nella base Nato in Germania, dove numerosi capi di stato e di governo, compresa la premier italiana, dovrebbero ritrovarsi per fare il punto sul sostegno all'Ucraina.
Ma l'uragano che sta puntando sulla Florida ha fatto saltare la presenza di Joe Biden in Germania, dove avrebbe dovuto partecipare al prevertice di Berlino con Emmanuel Macron, Keir Starmer e il 'padrone di casa' Olaf Scholz, prevertice che avrebbe dovuto tenersi in mattinata in cancelleria prima che i quattro leader raggiungessero la base Nato. Ponendo interrogativi anche sul summit di Ramstein, ovvero se verrà posticipato, confermato o se cambierà 'formato' vista l'assenza di Biden. Da qui deriverebbero le incertezze sul viaggio di Zelensky a Roma e in altre capitali europee, per ora formalmente in stand-by.
- 20:53 - Meteo: in Lombardia instabilità con abbondanti precipitazioni fino a giovedì 10
Milano, 8 ott. (Adnkronos) - Il transito ravvicinato di due perturbazioni atlantiche causa dell'instabilità sulla Lombardia, con abbondanti precipitazioni fino a giovedì 10, seppure parzialmente intervallate da una temporanea pausa dei fenomeni durante mercoledì 9. Lo riporta il bollettino meteo di Arpa regionale.
Per le giornate a seguire, sono attese condizioni di maggiore stabilità, seppure in un contesto di nuvolosità variabile a causa di un terzo sistema depressionario collocato sul vicino atlantico.
- 20:15 - Governo: verso Cdm giovedì, sul tavolo dl ambiente e bonifiche siti contaminati
Roma, 8 ott. (Adnkronos) - Riunione preparatoria del Consiglio dei ministri domani alle 17 a Palazzo Chigi. Il Cdm dovrebbe tenersi l'indomani, giovedì 10, alle 11. Sul tavolo lo schema di dl recante 'disposizioni urgenti per la tutela ambientale del paese. La razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche dei siti contaminati e dissesto idrogeologico'. Vi è inoltre all'odg uno schema di decreto del Presidente della Repubblica sul regolamento per la disciplina delle modalità di accesso alla qualifica iniziale del percorso di formazione iniziale, della progressione in carriera, dell'aggiornamento professionale, della formazione specialistica e della regolazione dell'attività libero professionale dei funzionari della carriera dei medici del corpo di polizia penitenziaria'.
- 19:58 - **Consulta: opposizioni stoppano Meloni, Conte 'nessuna trattativa'**
Roma, 8 ott. (Adnkronos) - Le opposizioni, stavolta unite, sono riuscite a fare muro e respingere "il blitz" della maggioranza. Un successo, senza dubbio. Ma ognuno lo 'festeggia' da solo. Le tensioni che attraversano il campo progressista hanno una rappresentazione plastica in Transatlantico: stamattina nessun capanello tra i leader, nessun ammiccamento per il risultato raggiunto, ognuno per sè. Comunque, al netto del momento complicato nei rapporti tra le opposizioni (sebbene si intraveda una schiarita sul capitolo Emilia Romagna), oggi la linea unitaria ha premiato.
"La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura della maggioranza", sottolinea Schlein. E poi Conte: "Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte Costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in Aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d'Italia". Quindi Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: "Presidente Meloni, fare le prove muscolari su organismi di garanzia come la Corte Costituzionale è un pessimo segnale". Caustico Riccardo Magi: "Meloni ha tentato il blitz sulla Consulta ed è stata una débâcle nel metodo e nel merito".
Ora le opposizioni chiedono che si riporti il dossier Consulta nei binari della corretta dinamica parlamentare e costituzionale. "Se esiste una maggioranza qualificata per questo voto - rimarca Schlein - è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione. E quando dico dialogo intendo non chiamate spicciole a parlamentari dell'opposizione, ma dialogo con le opposizioni sulla composizione della Corte Costituzionale". Conte, da parte sua, ci tiene a mettere in chiaro che certe 'chiamate' ai 5 Stelle non sono arrivate, come invece ancora oggi si sentiva dire alla Camera. "Non c'è stato nessun negoziato, nessun tentativo di trattativa", la reazione di Conte.
Un clima di sospetti, insomma, sempre con la Rai e le direzioni dei Tg sullo sfondo. Tanto che in Transatlantico più di uno oggi era pronto a scommettere che se non si fosse riusciti a tenere il fronte compatto sulla non partecipazione al voto, le cose sarebbero potute finire diversamente. "O Meloni pensava di chiudere il blitz su Marini col sostegno di qualcuno tra le opposizioni o non si spiega il suo tentativo di forzare". Matteo Renzi lo dice in chiaro: "Denuncio la scorrettezza istituzionale di Meloni che ha fatto campagna acquisti nell'opposizione e ha provato ad avere la maggioranza qualificata, prevista dalla Costituzione, senza accordo".
A stretto giro in Transatlantico, Conte mette agli atti che l'eventuale 'campagna acquisti' di Meloni tra le opposizioni non ha nulla a che vedere con il Movimento 5 Stelle: "Non c'è stato nessun negoziato, nessun tentativo di trattativa. E' una cosa così fantasiosa, impossibile e basta parlare con qualsiasi esponente della maggioranza per capire che non c'è stato nessun tentativo di accordarsi. Io non lo accetto", sottolinea il leader M5S ai cronisti.
E aggiunge: "Non ci sono stati tentennamenti da parte del Movimento 5 stelle. Nel momento in cui abbiamo capito che c'era un blitz in atto, abbiamo subito internamente deciso che non si poteva rischiare di consentirlo e occorreva una risposta adeguata. Io spero che la maggioranza oggi tragga una seria riflessione che coinvolge il governo direttamente, perché è a Chigi che c'è stata questa cabina di regia".
- 19:58 - Governo: Vespa da Meloni, 'intervistata per nuovo libro, no Consulta'
Roma, 8 ott. (Adnkronos) - "Abbiamo parlato di tante cose, non certo della Consulta...". Così Bruno Vespa, lasciando Palazzo Chigi dove si è intrattenuto per circa due ore con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "L'ho intervistata per il libro -spiega ai cronisti -, sto vedendo tutti i leader, il libro uscirà a fine ottobre...". A chi gli domanda se, nel corso dell'incontro, avesse affrontato anche il tema dell'estromissione di Porta a Porta dalle celebrazioni Rai per i 100 anni della radio e dei 70 della televisione, "no, quando si parla di un libro si parla di temi generali...", ha risposto Vespa con convinzione.