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Istat, sale la disoccupazione giovanile
Un terzo dai 15 ai 24 anni senza lavoro

Diminuisce invece dello 0,8 per cento a marzo rispetto al mese precedente il numero degli inattivi. In crescita soprattutto l'occupazione femminile, al 2,8 per cento in più su base annua. Ad aumentare è però anche l'inflazione
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La disoccupazione giovanile è in crescita. Lo rivelano le stime provvisorie dell’Istat sul mese di marzo, secondo cui il tasso di disoccupati tra gli italiani tra i 15 e i 24 anni è aumentato al 28,6 per cento, 0,3 punti percentuali su base mensile e 1,3 punti in aumento su base annua. La risalita arriva dopo la lieve flessione registrata a febbraio. “Il dramma dei giovani, quasi 30 su cento senza lavoro, non entra neanche nell’agenda dei ministeri”, è il commento di Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd.

Gli inattivi tra i 15 e 64 anni però, sottolinea l’istituto di ricerca, sono dimuiti a marzo dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente. Cioè 114 mila unità in meno: il tasso di inattività è adesso al 37,7 per cento. “Si osserva un aumento della partecipazione al mercato del lavoro, con una crescita sia della disoccupazione che dell’occupazione”, specifica l’Istat. Se da un lato infatti il tasso di disocuppazione a marzo è risalito all’8,3 per cento, un decimo di punto percentuale rispetto a febbraio, l’occupazione è in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto a febbraio sia a marzo 2010. L’aumento riguarda soprattutto l’occupazione femminile, salita dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente e del 2,8 per cento su base annua. “Una ripresa, per quanto moderata – ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – è in atto e deve essere accompagnata anche dal lato della qualificazione e della riqualificazione professionale dei giovani come degli adulti, oltre che dai servizi per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro”.

Dai dati Istat emerge anche che il tasso di inflazione ad aprile è salito al 2,6 per cento, lo 0,1 in più rispetto a marzo. Il tasso annuo è il più alto da novembre 2008, quando l’inflazione si attestò al 2,7%, quello congiunturale è il maggiore dal luglio 2008. La crescita dei prezzi su base mensile, calcolata allo 0,5 per cento in più, risente ad aprile delle tensioni sui prezzi dei servizi relativi ai trasporti e dell’andamento di quelli dei beni energetici non regolamentati. A fare da traino, in quest’ultimo caso, il rincaro delle bollette di luce e gas. Dal presidente del Codacons, Carlo Rienzi, arriva l’allarme: nel 2012 le famiglie potrebbero spendere 2mila euro in più a causa degli aumenti dei prezzi.

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