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Il finiano Granata come il leghista Borghezio
“Il 25 aprile non unisce l’Italia”

Il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia ha commentato il valore di questa giornata. "In Italia servono segni e simboli condivisi e unificanti"
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Il finiano Fabio Granata

Il finiano Granata come il leghista Borghezio. Capita anche questo nel giorno della celebrazione del 25 aprile. E in effetti il punto di contatto tra i due è proprio il giorno della liberazione dal nazi-fascismo. E così Fabio Granata, interpellato dall’Agi, osserva che “In Italia servono segni e simboli condivisi e unificanti. Basterebbe festeggiare tutti insieme la Festa della Repubblica condividendo i valori della Libertà, della democrazia e dell’unità e identità nazionale. In questo senso – concorda l’esponente finiano – la Lega ha ragione: il 25 aprile non è unificante, né credo lo sarà mai”.

La taccuino della giornata, annota l’esortazione del presidente della Repubblica a intraprendere una nuova stagione di riconciliazione. Il Colle apre alle riforme, ma solo restando dentro alla carta Costituzionale. Parole che vengono accolte con soddisfazione dal Partito democratico e che vengono lette come un severo monito a governo e a maggioranza, soprattutto per quanto riguarda i tentativi di modificare la Costituzione. “Oggi – afferma a nome dei Democrats la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro – il Capo dello Stato ha rivolto un quanto mai opportuno monito, in una data fondamentale che ricorda le radici della nostra Repubblica, al rispetto, nel pur necessario percorso di riforme che dovrebbe accompagnare la crescita del nostro Paese, dei valori e dei principi che sono alla base della nostra Costituzione”.

Insomma, si tratta di un monito, che, seguendo il discorso della Finocchiaro “noi condividiamo e nel quale ci riconosciamo. Io mi auguro che anche il governo e la maggioranza vogliano, finalmente e non a parole, ascoltare con responsabilità le sacrosante parole del Capo dello Stato. Il chiaro ed esplicito riferimento fatto dal Presidente alla prima parte della nostra Carta mi sembra un evidente allarme lanciato contro quei tentativi espliciti ed impliciti che da settimane cercano di forzare e stravolgere la natura e le ragioni della nostra Costituzione. Tentativi che non sono certo venuti dalle forze di opposizione ma da esponenti della maggioranza e da un governo che di fatto, ricorrendo anche a forzature legislative, non riconosce quell’esperanto democratico che è la nostra Carta costituzionale. Noi ringraziamo ancora una volta il presidente della Repubblica e ci auguriamo che il suo monito venga accolto da chi ha ancora un minimo di responsabilità all’interno del governo e della maggioranza. Le prime reazioni del centrodestra, purtroppo, non sembrano venire incontro a questo auspicio”.

Stessa linea tenuta dall’Italia dei valori. “Da parte del presidente della Repubblica – commenta il capogruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi – , in un giorno importante per il Paese, arrivano parole di tutto rispetto e piene di importanti significati. La maggioranza accolga l’appello del presidente Napolitano e la smetta di attaccare continuamente la magistratura e la Costituzione”.

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