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Crac Parmalat, assolte le banche estere
accusate di aggiotaggio

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Una risparmiatrice Parmalat

Per il crac Parmalat arriva l’assoluzione per le banche straniere. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano, erano stati chiamati a decidere sulle responsabilità di quattro istituti bancari esteri nel procedimento per aggiotaggio nel crack dell’azienda parmigiana. Dopo oltre tre ore di camera di consiglio è arrivata la sentenza di assoluzione.

I magistrati della procura emiliana al termine della requisitoria del 17 gennaio scorso, avevano chiesto la condanna delle banche straniere e una sanzione di 900mila euro ciascuno e la confisca dei profitti ritenuti illeciti: in particolare, 14 milioni di euro alla banca tedesca Deutsche Bank, poi 70 milioni di euro a Citigroup, 30 milioni e 705mila euro a Bank of America e 5,9 milioni di euro e a Morgan Stanley.

La procura di Parma aveva anche chiesto la condanna a un anno e un anno e quattro mesi rispettivamente per Paolo Basso e Carlo Pagliani, alti funzionari di Morgan Stanley che erano imputati nel processo. Stessa pena era stata chiesta per altri due funzionari di Deutsche Bank Tommaso Zibordi e Marco Pracca. Un anno e quattro mesi la richiesta per il funzionario di Citigroup, Paolo Botta.

Con ogni probabilità la prescrizione dovrebbe essere scattata per la stragrande maggioranza delle persone fisiche imputate, visto che il reato di aggiotaggio si prescrive in sette anni e mezzo e che i fatti risalgono al 2003. Oltre 7 anni fa. Prescrizione, però, che non scatta per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, cioè in questo caso le banche come “imputate”.

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