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Il futurista della destra immaginaria

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Ieri Adolfo Urso in un’intervistina sul Corriere ha dettato la linea della “nuova” Farefuturo. Perché – dice – Farefuturo aveva esagerato con le polemiche, era andata troppo oltre…. Adesso – spiega – bisogna ritornare all’antico, a quando Farefuturo dialogava con le altre fondazioni di centrodestra (leggi del Pdl berlusconiano).

Con questo breve post volevo solo augurare in bocca al lupo per la nuova “avventura”. Da parte mia – visto che qualcuno mi ha tolto la direzione di Farefuturo webmagazine senza nemmeno darmi l’occasione di salutare i miei, i nostri lettori – solo due parole da questa tribuna del Fatto che, sinceramente, considero molto più “casa mia” di qualsiasi inciucio post-arcoriano. Sono davvero orgoglioso di quel che abbiamo fatto in questi due anni di battaglia giornalistica, perché ci è capitato di dare una qualche forma e sostanza a quella che Marco Travaglio chiama “destra immaginaria”. Forse non erano – come potevano esserlo? – la forma e la sostanza giuste ma sicuramente erano quello più vicine ai nostri sogni, date le condizioni. Se oggi, in Italia, nessuno nega che possa esistere una destra repubblicana “non berlusconiana” e, quindi, “anti berlusconiana”, un po’ di merito è anche del sottoscritto e del lavoro fatto con Farefuturo webmagazine e quella piccola redazione di pazzi ribelli.

Adesso che quella strada è chiusa, adesso che è partita l’entusiasmante sfida di libertà ed eterodossia de il futurista, settimanale e quotidiano online, adesso che abbiamo messo un punto e un accapo, una cosa si può dire senza mezzi termini: non ci faremo fermare da nessuna burocrazia di partito, da nessun apparato conservatore. Per dirla con Vasco Rossi, fuggiamo dai posti di blocco mentali. Vasco Rossi? Beh, meglio di Gaetano Quagliariello!

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