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La sindrome della Bicamerale

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Berlusconi in tutti i sondaggi è ai minimi storici. Lui può andare in giro a raccontare le bugie che vuole, ma in realtà è nel punto più basso della sua notorietà dal 1993. Il centrosinistra avrebbe quindi una occasione d’oro per compattarsi, a fronte di un centrodestra che perde pezzi, arroccato a difendere il sultano e destinato ad affondare con lui. L’importante è non ripetere gli errori del passato. Quello della Bicamerale di D’Alema, per intenderci. Che fornì una scialuppa di salvataggio a Berlusconi per cambiare la Costituzione secondo i suoi voleri.

Tra l’altro B. è inguaiato seriamente e con lui tutto il centrodestra, Lega compresa. Addirittura a Milano Pisapia potrebbe vincere contro la Moratti. Qualcuno potrebbe spiegarlo a Bersani? E, già che c’è, potrebbe anche dirgli che vietare agli insegnanti del mezzogiorno d’iscriversi nelle graduatorie d’istituto, in una provincia diversa da quella di provenienza, in particolar modo del nord, come ha chiesto la Lega Nord, è un atto razzista? Oppure – come suggerisce Cristiana Alicata – basterebbe leggergli l’elenco delle ordinanze dei sindaci leghisti. O le dichiarazioni di Borghezio, Salvini, Buonanno… per capire quanto razzismo ci sia nel Dna leghista.

E allora? Perchè farsi prendere dalla “sindrome della bicamerale”? Caro Bersani, c’è un 40% di elettori delusi, e a ragione. Per tornare a vincere bisogna parlare soprattutto a loro, perché si decidano ad andare a votare. Ed è necessario essere chiari. Quindi niente inciuci con la Lega e nessun tentativo di legittimazione del loro razzismo. Grazie.

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