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Governo, Pannella pronto a trattare
ma Bonino lo ferma: “Non mi fido di B”

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“Capisco questa iniziativa di Marco quando dice che bisogna scommettere il pochissimo probabile contro il molto possibile. Ma io rispetto a lui ho meno fiducia, Berlusconi non mi pare più in grado di gestire alcunché politicamente parlando, non lo ha fatto nemmeno in periodi meno turbolenti, e non vedo perché dovrebbe farlo adesso”. Emma Bonino commenta così la volontà espressa da Marco Pannella a sostenere il governo trattando per “vedere cosa ci offre”. In un’intervista a La Stampa e in un articolo di Libero, lo storico leader dei Radicali, apre all’esecutivo guidato dal Cavaliere.

“Sono pronti nove voti in cambio del Guardasigilli, che si occuperà di separazione delle carriere e responsabilità delle toghe” e Libero fa anche il nome del futuro ministro della Giustizia: Mario Patrono, consigliere del Csm di area socialista negli anni novanta. “Abbiamo dialogato anche con le meretrici, figurarsi” ricorda Pannella a La Stampa. Con Silvio Berlusconi “ci siamo già visti due volte, ci rivedremo in settimana, possiamo trovare un’intesa. Trattiamo, vediamo cosa ci offre. Berlusconi almeno quando dice di volerci vedere poi mi fissa subito un incontro, Rosy Bindi e Bersani mi ha sempre detto ‘ci incontriamo, ci incontriamo’, e li hai mai visti?”. Così, come per la fiducia del 14 dicembre, i Radicali sono dati in avvicinamento all’esecutivo. Ma la base è il rivolta, ammette Pannella, “mi danno del traditore, mi coprono di una marea di insulti. Rispondo così: stiamo contrattando? Sì, vedremo cosa avremo ottenuto, o cosa avremo tentato di ottenere e non ottenuto, e al congresso tiriamo le somme”.

Posizione non pienamente condivisa da Emma Bonino, oggi vicepresidente del Senato. Parlando a Radio Radicale stamani Bonino. Pannella dice che “in assenza di una alternativa credibile in termini di proposta e di leadership, meglio cercare di ottenere da questo governo almeno qualche inizio di provvedimenti utili al Paese”, ricorda Bonino. “Secondo l’analisi radicale questi provvedimenti vanno dalla riforma strutturale della giustizia, comprese amnistia, indulto e provvedimenti sulle carceri, all’economia (al di là dei fumi della riforma dell’articolo 41 della Costituzione) con la proposta Ichino-Cazzola sulle pensioni o le liberalizzazioni, ai temi eticamente sensibili. C’è chi tratta per modificare il federalismo, c’è chi tratta su altri provvedimenti e magari non lo dice, la differenza è che Marco lo dice”, sottolinea Bonino. “Non si tratta di entrare al governo o in maggioranza – spiega ancora Bonino – ma se per esempio arrivasse un’amnistia ci manca pure che i radicali non lo votano. Consiglierei prudenza a chi grida ai tradimenti, è già stato fatto prima del 14 dicembre e poi i voti a Berlusconi sono arrivati da qualche transfuga dell’Idv e del Pd, non da noi, così come sull’ultima votazione sulla perquisizione per il caso Ruby. Capisco che la gente possa essere un po’ sconcertata perché è tutto polarizzato su Berlusconi sì o no, ma prima di parlare di tradimenti consiglierei un po’ di prudenza perché è già stato detto e non è avvenuto, né penso che avverrà”.

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