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La libertà dei servi

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“Il presidente ha dovuto chiamare in questura perchè gli avevano detto che era stata fermata la nipote di Mubarak, doveva tutelare l’immagine internazionale dell’Italia”…

“Il presidente è vittima di un complotto delle procure, vogliono frugare nella sua vita privata, la democrazia è a rischio”…

“Un presidente avrà il diritto di fare quello che gli pare nel tempo libero?”…

Queste e altre oscenità, in senso letterale e figurato, sono state pronunciare nell’aula della Camera dei deputati dagli avvocati difensori del piccolo Cesare e, tra loro, vi erano in prima fila le camicie verdi, quelli che, tanti anni fa, urlavano contro Roma ladrona e contro i corrotti di ogni risma.

Quello che mi ha più impressionato tuttavia è l’entusiasmo, la devozione, la commozione con le quali queste parole sono state accolte dai parlamentari di quella parte, ex dipietristi compresi, che si sono slanciati sugli oratori per congratularsi, per abbracciarsi, per farsi vedere in Tv dal presidente imputato che ha seguito, come sempre, il dibattito dal suo ufficio, spiando la Tv, lontano da quei riti democratici che tanto volentieri abolirebbe.

A tutti costoro ci permettiamo di dedicare alcune righe tratte dal bellissimo libro scritto dal professor Maurizio Viroli La libertà dei servi, edito da Laterza: “Chi ottiene favori e sa che li deve al potente e non ai propri meriti, perde immediatamente, ammesso che l’abbia mai avuta, la mentalità della persona libera e si fa sostenitore del potente, sia per la speranza di nuovi favori, sia per non perdere quelli acquisiti: una ricchezza enorme può quindi facilmente trasformarsi in un vasta rete di consenso elettorale… Gestire un impero mediatico significa essere in grado di persuadere milioni di persone… Non importa chi sia l’uomo che ha un tale potere; è anche del tutto irrilevante che lo usi bene o male, il semplice fatto che esista un potere di tali dimensioni con tali caratteristiche, trasforma i cittadini in servi.

Non occorre aggiungere altro, anche per queste ragioni sarà bene non rassegnarsi e continuare a battersi sino a quando questo signore non si sarà dimesso, ed anche oltre perchè dopo Berlusconi bisognerà combattere il berlusconismo, anche quello che ha contagiato una parte dei suoi oppositori di oggi.

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