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Incendio a Paderno, muore il quarto operaio

E' deceduto nella notte Leonard Shepu, albanese di 38 anni. Prima di lui Harun Zeqiri, Sergio Scapolan e Salvatore Catalano. Ancora incerte le cause della deflagrazione
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Sale a quattro il numero delle vittime causate dall’esplosione alla ‘Eureco’ di Paderno Dugnano, in provincia di Milano avvenuta il 4 novembre scorso. E’ morto infatti Leonard Shepu, operaio albanese di 38 anni: “Nonostante l’intenso periodo di cure, i numerosi interventi effettuati (una media di due alla settimana) e il massimo impegno delle equipes della rianimazione e del Centro grandi ustionati – scrive in una nota l’Ospedale Niguarda di Milano – questa notte, alle 00.40, è deceduto Leonard Shepu”.

Il 20 novembre erano deceduti Harun Zeqiri di 44 anni e Sergio Scapolan di 63. Il 18 gennaio scorso era stata invece la volta di Salvatore Catalano di 55 anni.

E’ il 4 novembre quando una bombola di acetilene esplode investendo dieci bidoni di vernice nell’area della Eureco Holding a Paderno Dugnano, nella zona a nord di Milano, al confine con la provincia di Monza. L’azienda si occupava di servizi ambientali e smaltimento di rifiuti industriali e speciali. Nell’incendio erano rimasti coinvolti sette operai, cinque italiani e due stranieri, tutti dipendenti di una cooperativa esterna. 

Intanto va avanti l’inchiesta. Il sostituto procuratore monzese Manuela Massenz, che coordina le indagini, sta studiando la perizia definitiva sull’incidente presentata da Massimo Bardazza, l’ingegnere chiamato dalla magistratura brianzola a fare luce sul caso (in passato si è occupato della strage di Linate e del disastro ferroviario di Viareggio). Due gli iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo plurimo: Adrian Zeqiri, zio di uno degli operai morti, e Giovanni Merlino, proprietario dell’impianto di smaltimento rifiuti.

Ancora sconosciute le cause dell’innesco alla violenta deflagrazione. Dalle ultime rilevazioni sembra che il gruppo di operai stesse lavorando attorno a recipienti di solventi e idrocarburi. Un movimento brusco, forse la scintilla di una fiamma ossidrica usata per aprire una batteria d’auto. Di certo c’è che non si trovano le autorizzazioni a lavorare con le bombole di acetilene, uno degli elementi finiti nella violenta reazione a catena, che ha coinvolto anche una bombola di gpl e dieci bidoni di vernice.

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