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Il referendum truccato del premier

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“La sentenza della Corte costituzionale è equilibrata…”, così aveva detto Berlusconi, dopo che per l’intera giornata aveva, invece, annunciato fuoco e fiamme.
“La sentenza della Corte è un atto di sovversione della democrazia…”, aveva detto il ministro Bondi, probabilmente ripetendo alla lettera quello che aveva sentito nei corridoi della real casa.

In realtà Berlusconi aveva già deciso di sfumare sulla Corte e di aprire la campagna d’inverno contro i giudici, una campagna che avevamo anticipato proprio sul Fatto. Il primo assaggio è arrivato con la cassetta spedita ai Tg e trasmessa da quasi tutti, integralmente, senza neppure un’ombra di nota critica.

Questa campagna proseguirà, invaderà il video, occuperà anche e soprattutto i contenitori popolari a partire da quelli Mediaset, ma senza trascurare Uno Mattina della Rai e la radio, e si fonderà sulla contestuale delegittimazione dell’ordinamento giudiziario e sulla presentazione della fidanzata che dovrà rassicurare la Chiesa e le persone che sono restate colpite dagli spregiudicati comportamenti del piccolo Caligola, altro che piccolo Cesare.

Chi vuole farsi ingannare è libero di farlo, a cominciare dai cardinali Ruini e Bagnasco, se la vedranno con il loro superiore celeste e lì non sarà facile chiedere le indulgenze nè per loro nè per l’amico Silvio. Questi però sono affaracci loro e della loro coscienza, quello che non si può tollerare, e che le massime istituzioni non possono tollerare, è che il presidente del Consiglio possa aggredire a reti unificate la Corte costituzionale, le istituzioni, l’ordinamento giudiziario, uno dei pilastri di quella divisione dei poteri che fonda le democrazie.

La campagna di queste ore ha come obiettivo l’impunità assoluta ottenuta sotto la forma del plebiscito mediatico, dell’appello dell’uno ai molti, della cancellazione della verità processuale e politica. Berlusconi non cerca di dimostrare la sua innocenza, ma cerca di demolire la credibilità e la serietà dei suoi giudici,vorrebbe anche lui un referendum truccato, con una sola possibilità di risposta: “Berlusconi è innocente o è innocente?”, magari concedendo il voto solo ai suoi dipendenti e neppure a tutti. In ogni caso c’è davvero poco da ridere, questa volta giocherà tutte le carte possibili e immaginabili, e anche quelle non immaginabili.

Ciascuno di noi ha il dovere di fare argine e di costruire le condizioni per mandarlo a casa, anzi per affidarlo alle pietose cure della nuova fidanzata. Per queste ragioni, come associazione Articolo 21 abbiamo anche deciso di inviare un esposto alle Autorità di garanzia e alla Commissione di vigilanza sulla Rai affinchè, nell’immediato, sia disposto il diritto alla rettifica e alla replica per tutti i soggetti e le istituzioni che sono state e saranno aggredite dalle videomanganellate a reti unificate sferrate dal presidente del consiglio.

Fatevi sentire anche voi e tutti insieme cominciamo a intasare i centralini e i siti della autorità di garanzia, della Rai, di tutte le emittenti che decideranno di negare la parola ai rappresentanti delle istituzioni assediate da chi sogna progetti sovversivi.

Il prossimo 28 gennaio ci sarà lo sciopero generale indetto dalla Fiom e della Cgil, forse sarà il caso di esserci tutti e di portare con noi il testo della Costituzione.

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