Cattiverie
Contro la Lega lo scoppio di alcuni petardi accompagnato da una scritta sul muro. Questo esclude la pista interna
- 07:59 - Mo: media, 'Idf avanzato oltre zona demilitarizzata confine tra Israele e Siria'
Washington, 9 dic. (Adnkronos) - Nel fine settimana le forze di terra israeliane sono avanzate oltre la zona demilitarizzata al confine tra Israele e Siria, segnando il loro primo ingresso in territorio siriano dalla guerra di ottobre del 1973. Lo scrive il New York Times, citando due funzionari israeliani che hanno parlato con il giornale in condizione di anonimato. Lo spiegamento di truppe israeliane è avvenuto in un momento in cui i gruppi ribelli in Siria hanno tentato con successo di cacciare il presidente Bashar al-Assad dal potere e dal Paese, spingendo gli stati vicini a prepararsi a una maggiore instabilità regionale causata dalla sua improvvisa caduta e fuga.
Le forze israeliane hanno preso il controllo della cima del monte Hermon, sul lato siriano del confine, nonché di numerose altre località ritenute essenziali per il controllo della zona. Il tenente generale Herzi Halevi, capo di stato maggiore militare israeliano, è sembrato confermare sabato sera che le forze israeliane erano andate oltre la zona cuscinetto demilitarizzata sulle alture del Golan, affermando che Israele aveva "schierato truppe in territorio siriano", sebbene non abbia fornito ulteriori dettagli. Israele opera segretamente in Siria da molti anni, nel contesto dell'attuale conflitto con Hezbollah, il gruppo militante libanese sostenuto dall'Iran che ha combattuto in Siria a sostegno del governo di al-Assad, ora detronizzato.
Nel fine settimana, l'aeronautica militare israeliana ha colpito anche obiettivi in Siria per distruggere risorse militari governative che potrebbero cadere nelle mani delle forze ribelli e sono considerate minacce strategiche da Israele, hanno affermato i due funzionari, secondo i quali queste risorse militari siriane avevano già rappresentato un rischio per Israele, rischio che ora potrebbe essere aggravato da elementi estremisti tra i ribelli, che potrebbero prenderne il controllo e usarli contro Israele.
- 07:55 - Taiwan, esercito in massima allerta per minaccia Cina
Taipei, 9 dic. (Adnkronos/Afp) - Taiwan ha dichiarato che il suo esercito è in stato di "massima allerta" e ha avviato "esercitazioni per combattimenti immediati dopo aver individuato navi da guerra e imbarcazioni della guardia costiera cinesi nelle acque attorno all'isola". Le esercitazioni sono anche una risposta alle restrizioni imposte dall'esercito di Pechino allo spazio aereo al largo delle coste cinesi.
- 07:48 - Incidente su A1, scontro tra un furgone e due auto: 2 morti e 6 feriti
Firenze, 9 dic. - (Adnkronos) - Due persone sono morte e 6 sono rimaste ferite (una gravemente e altre 5 in maniera lieve) dopo un incidente stradale avvenuto sulla tratta autostradale A1 in direzione Nord al km 265. Lo scontro, avvenuto vero le 21.40 di domenica sera, ha visto coinvolti un furgone e due auto. Sono intervenuti i vigili del fuoco del comando di Firenze, distaccamento di Barberino del Mugello, che hanno effettuato un complesso lavoro per soccorrere le persone rimaste bloccate negli abitacoli dei veicoli.
- 07:46 - Siria: Tajani, 'tutelare nostri connazionali e minoranze religiose ed etniche'
Roma, 9 dic. (Adnkronos) - "L’attacco terroristico di Hamas a Israele ha scatenato un incendio in Medio Oriente che anche il governo italiano, in questi mesi di presidenza G7, ha provato a contenere per favorire il rilancio del processo politico in tutta la regione. Adesso la fiammata in Siria: Assad è caduto perché il suo regime si reggeva solo sul sostegno di Hezbollah e dell’Iran, indeboliti dal confronto con Israele. La stessa Russia, che ha potenti aerei da caccia in Siria, si è dimostrata troppo impegnata sul fronte ucraino". Lo ha detto in una intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che in Siria, "adesso il primo impegno è la sicurezza dei nostri connazionali, mentre parallelamente dobbiamo capire come operare politicamente, tenendo di vista gli assetti futuri del Paese".
"Alcuni punti sono però fermi - sottolinea Tajani - e su questo anche con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, che ho sentito al telefono, ci siamo trovati d’accordo: integrità del Paese, tutelare la popolazione e salvaguardare le minoranze religiose ed etniche, anche per evitare un collasso migratorio. La Siria è di fronte a noi, è nel Mediterraneo, ogni terremoto in quel Paese si ripercuote sulla nostra sicurezza e su quella dei nostri alleati. Non possiamo rimanere alla finestra a guardare. E con noi tutta l’Europa. Siamo in prima linea nel sostegno alla popolazione civile: per questo due settimane fa il governo ha inviato un ambasciatore, non certo per sostenere il regime e infatti non ha consegnato le credenziali ad Assad. Il popolo siriano vuole prendere un cammino di libertà. È importante che la transizione sia pacifica e che non vi siano violenze, che il Paese resti unito e non finisca preda dei terroristi che potrebbero voler sfruttare questa fase".
"Dall’inizio della crisi ho mantenuto un contatto costante con l’ambasciatore - dice ancora il ministro parlando degli italiani presenti nel Paese - Una missione più delicata nelle attuali circostanze ma ancora più importante per mantenere aperto un canale attivo di comunicazione e conoscenza. In un contesto così fluido è importante la massima prudenza, per questo stiamo invitando tutti a restare a casa: ci sono bande di criminali in azione. Ieri alcuni uomini armati sono entrati nel giardino della residenza dell’ambasciatore e hanno rubato alcune automobili. L’ambasciatore Stefano Ravagnan e i carabinieri sono al sicuro, ma continuano a lavorare per i nostri connazionali: solo l’altra notte una quindicina di connazionali sono arrivati in Libano, guidati dall’ambasciata, e gli altri sono seguiti dai nostri diplomatici. Ripeto: la protezione dei connazionali è la prima missione".
Anche riguardo i molti cristiani presenti in Siria, aggiunge Tajani, "il governo italiano è mobilitato: dal 27 novembre, quando è partita l’azione dei miliziani, abbiamo stretto i contatti con il Nunzio apostolico a Damasco, con i religiosi cristiani presenti nel Paese, con la stessa Santa sede. Quando è stato colpito dai russi il Terra Sancta College dei frati francescani ad Aleppo, ho sentito il Padre custode Patton e poi ho detto alla nostra ambasciatrice a Mosca di chiedere attenzione al ministero degli Esteri russo. Il nunzio apostolico a Damasco, il cardinale Zenari, riferisce che per il momento i ribelli stanno rispettando le promesse. Ne ho parlato anche con il ministro turco Fidan, mi ha assicurato il proprio impegno per assicurare perché i ribelli mantengano un comportamento rispettoso. Tema non secondario, per noi, l’Ue e innanzitutto per gli Stati arabi della regione, a cominciare dal Libano martoriato. Una situazione di incertezza prolungata, di caos o una deriva estremista avrebbero certamente un impatto molto grave. Noi vogliamo una Siria finalmente libera e pacificata, la aiuteremo come Italia e come Europa ad avviare una ricostruzione attesa da troppi anni. Ma chiediamo garanzie a chiunque governerà il Paese, e lo faremo assieme a tutti i Paesi arabi della regione".
"I ribelli che hanno deposto Assad sono una galassia molto ampia, espressione di un popolo che da troppo tempo era oppresso da una brutale dittatura - conclude il ministro - Il rischio estremismo e di un ritorno dell’Isis va evitato, come Italia e come Europa siamo in prima linea per favorire il dialogo politico e la transizione. Parliamo con tutti i partner arabi che avranno un ruolo cruciale. È cruciale il lavoro di squadra: il G7 è in prima linea ma si deve allargare al massimo il numero dei Paesi con cui collaborare. L’Ue ha un ruolo fondamentale, ne ho parlato con i nuovi Commissari europei e con l’Alto Rappresentante Kallas, anche le Nazioni Unite hanno un ruolo cruciale. La Siria è un tassello di una crisi poderosa che non possiamo trascurare".
- 07:38 - Australia: polizia sulle tracce di tre sospettati dopo attacco a sinagoga
Canberra, 9 dic. (Adnkronos/Afp) - La polizia australiana ha dichiarato di essere sulle tracce di tre sospettati per l'attacco incendiario a una sinagoga di Melbourne. La polizia ha riferito che uomini che con maschere indosso hanno dato alle fiamme la sinagoga Adass Israel prima dell'alba di venerdì, sventrando gran parte dell'edificio. In quel momento alcuni fedeli si trovavano all'interno dell'edificio a un piano, ma non si sono registrati feriti gravi. L'incendio ha suscitato la condanna della comunità internazionale, tra cui anche quella del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
La polizia ha "tre sospettati in questa vicenda che stiamo inseguendo", ha detto il capo della polizia del Victoria, Shane Patton, in una conferenza stampa. Le indagini svolte nel fine settimana hanno fatto "progressi significativi", ha aggiunto, rifiutandosi di fornire ulteriori dettagli sull'operazione. I funzionari della polizia federale e statale, nonché l'agenzia di intelligence australiana, hanno concluso che l'incendio è stato "probabilmente un atto terroristico", come ha riferito il capo della polizia.
- 07:30 - Sudcorea: opposizione, 'no a impeachment Yoon è secondo colpo di Stato'
Seul, 9 dic. (Adnkronos) - L'opposizione in Corea del Sud ha accusato il partito al governo di aver organizzato un "secondo colpo di stato" rifiutandosi di rimuovere il presidente Yoon Suk Yeol a causa della legge marziale che il capo dello Stato aveva istituito sei giorni fa. "Non importa come cercano di giustificarlo, questo è un secondo colpo di stato, illegale e incostituzionale", ha dichiarato Park Chan-dae, capo del Partito Democratico in Parlamento.
Sabato sera il Partito Potere Popolare (PPP) di Yoon ha respinto una mozione di impeachment contro il presidente boicottando il suo voto in Parlamento. La votazione è stata invalidata per mancanza del quorum. Nel frattempo - riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap - la procura di Seul ha disposto il divieto di viaggi all'estero per Yoon.
- 07:15 - Mo: Katz ordina a Idf controllo completo della zona cuscinetto tra Israele e Siria
Tel Aviv, 9 dic. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato alle Idf di assumere il controllo completo della zona cuscinetto tra Israele e Siria, dopo che ieri l'esercito ha iniziato a dispiegarsi nell'area. Katz ha inoltre ordinato all'esercito di creare una "zona di sicurezza libera da armi strategiche pesanti e infrastrutture terroristiche" nella Siria meridionale. Lo riporta il Times of Israel.