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L’eolico in Calabria falsa le carte
Sotto sequestro il parco di Girifalco

Tra gli indagati l’amministratore delegato della società “Parco eolico Girifalco srl” Gianluigi Montorsi, il direttore dei lavori Francesco Diana e il responsabile dell’area tecnica del comune calabrese Luigi Sabatini.
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Dalle mappe le case sono sparite. Le stesse mappe sarebbero state falsificate. I magistrati della Procura di Catanzaro sospettano una serie di violazioni sulle norme urbanistiche e il mancato rispetto di delibere regionali. Il gip gli dà ragione e le pale di Girifalco non girano più. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo del parco eolico di 30 Mw, realizzato in contrada Serre.

Nel registro degli indagati sono finiti l’amministratore delegato della società “Parco eolico Girifalco srl” Gianluigi Montorsi (che è anche amministratore delegato della società Brulli Energia), il direttore dei lavori Francesco Diana e il responsabile dell’area tecnica del comune calabrese Luigi Sabatini.

Per i magistrati nella realizzazione del parco eolico non sono state rispettate le distanze tra le pale e le abitazioni private, e tra lo stesso parco e un altro realizzato in precedenza, oltre al mancato rispetto di alcune prescrizioni della Regione Calabria. L’indagine è partita dalle denunce di alcuni cittadini tra cui un docente universitario di Napoli, Salvatore Tolone, proprietario di un terreno nella zona in cui è sorto il parco. Nei mesi scorsi, in particolare, il professore aveva parlato di dati di fatto “inconfutabili, come un falso spacciato per errore, con tecnicismo da analfabeta nelle mappe redatte dall’impresa e che stanno alla base del progetto realizzato dalla società Brulli Energia di Reggio Emilia, che indicano una scala di 1:2500 mentre in realtà sono di 1:2000. Inoltre moltissime abitazioni regolarmente presenti nelle mappe catastali sono state fatte sparire dalle mappe in quelle in questione. In tutto sono scomparse circa 90 immobili”. Irregolarità che, però, sembra non abbiano impedito alla società emiliana di ottenere l’autorizzazione in quanto “nessun cittadino aveva prodotto osservazioni”.

Gli accertamenti dei carabinieri hanno trovato d’accordo prima il sostituto procuratore Paolo Petrolo e poi il gip Maria Rosaria Di Girolamo secondo cui, dopo aver letto la relazione tecnica del consulente Domenico Biamonte, ha ritenuto “la sussistenza del fumus dei reati ipotizzati”. Dal canto suo, la società “Brulli Energia” respinge ogni accusa e, “sicura che al termine del giudizio sarà constatata la totale estraneità ad ogni ipotesi di reato o violazione contestata, conferma di avere sempre agito nella massima trasparenza, professionalità, correttezza e buona fede durante tutta la propria condotta di intervento sul parco eolico”. La ‘ndrangheta non compare nel provvedimento di sequestro emesso dal gip di Catanzaro. Il docente universitario che ha denunciato le irregolarità, tra l’altro, è stato vittima di tre atti intimidatori: una bomba è esplosa accanto alla sua auto che, in un altro episodio, è stata danneggiata, e un suo trattore è stato incendiato.

L’affaire eolico è uno dei più delicati in Calabria. Milioni di euro che servono per oliare un sistema che passa necessariamente dalla politica e dai palazzi delle amministrazioni locali. Il parco Girifalco è solo uno dei fascicoli aperti dalla Procura di Catanzaro che in una maxi-inchiesta vede indagate 35 persone tra cui il consigliere regionale Nicola Adamo, recentemente epurato commissario regionale del Partito democratico. Un’inchiesta che deve fare luce su una mazzetta da quasi due milioni e mezzo di euro.

di Lucio Musolino

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