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La fiducia, oggi

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Il ‘77 io me lo ricordo, avevo 15 anni, Milano,liceo Parini, la prima occupazione della mia vita. Andavo a scuola e non si studiava. Questo davvero mi piaceva. Andavo a scuola e invece di fare lezione di greco con quella kapò della professoressa di latino e greco potevo guardarmi tutto il giorno i tipi più carini del liceo. Potevo lasciare il Rocci a casa, il vocabolario di greco più pesante della storia. Della politica non capivo nulla. O forse capivo tutto. Un giorno che uno di quelli che mi piaceva, uno di quelli belli duri e puri, riccioli neri e occhi di fuoco aveva detto credendoci un sacco e dondolandosi pericolosamente su un cornicione “Ragazzi siamo in una posizione difficile”, avevo bisbigliato sottovoce “Tu soprattutto”, e lui mi aveva incenerito con uno sguardo “Fascista”. Sarà, se lo dici tu e con quello sguardo. Ma in che senso, scusa? Peccato, non aveva gradito. In politica non c’era molto senso dell’umorismo, questo almeno l’avevo capito. Però una cosa c’era: avevamo fiducia. Sapevamo che prima o poi, se proprio andava male male qualcosa avremmo fatto nella vita, sapevamo e non l’abbiamo mai dubitato che se non ci perdevamo malamente per strada, almeno uno dei nostri desideri l’avremmo realizzato. Che se ci dedicavamo più tempo anche due. Che se la smettevamo di perdere le notti e facevamo i bravi sul serio o i cattivi davvero, a seconda dei punti di vista, la nostra ricompensa sarebbe arrivata.

Andavamo in manifestazione, ci sfinivamo, correvamo, ci spaventavamo per le cariche della polizia e poi però sentivamo che il mondo potevamo cambiarlo, urlavamo per arrivare più vicini ai nostri sogni. Non mi è mai capitato di sentire che il futuro non si sarebbe potuto prendere per la gola, magari anche all’ultimo momento dopo aver fatto tardi la notte fino al limite estremo, fino a quando insomma da irresponsabili non restava altro da fare che imboccare la via della responsabilità. Oggi la rabbia dei ragazzi che gridano in manifestazione si schianta contro l’impossibilità di avere fiducia, crescono convinti che potranno cambiare poco. Un futuro con ghigno beffardo li attende dietro l’angolo. Una fiducia piccola piccola che rende molto responsabili e potenzialmente altrettanto infedeli.

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