Dopo le accuse rivolte al governo australiano (“E’ asservito agli Usa”) da parte di Julian Assange, è arrivata la risposta di Canberra. “Assange non è responsabile della diffusione non autorizzata di 250 mila documenti dalla rete Usa di comunicazioni diplomatiche. I responsabili sono gli Stati Uniti”. Con queste parole il ministro degli Esteri australiano Kevin Rudd si è schierato a sorpresa al fianco del suo concittadino che da ieri si trova in stato di detenzione a Londra. Rudd ha anche detto che il consolato australiano sta assicurando assistenza legale al fondatore di Wikileaks in merito alle sue udienze in tribunale e alla sua possibile estradizione in Svezia dove è accusato di stupro e molestie sessuali.

Nei giorni scorsi il cybergiornalista aveva accusato il governo laburista australiano di Julia Gillard di “sparare al messaggero” perché non voleva che fossero rivelate verità scomode sui suoi maneggi diplomatici e politici.
Nel frattempo s’infittisce l’intrigo internazionale su una sua possibile consegna da parte di Stoccolma alle autorità americane. Secondo il quotidiano The Indipendent che cita fonti diplomatiche, Stati Uniti e Svezia hanno avviato una serie di contatti per fare in modo che l’hacker più inviso al governo di Washington sia consegnato alla giustizia a stelle e strisce.

Queste rivelazioni sono state seccamente smentite dal titolare degli Esteri del Paese scandinavo che ha detto che non è in corso nessun contatto fra “le autorità politiche svedesi e altre autorità”. Quel che è certo è che il ministero della Giustizia di Washington sta valutando se incriminare il direttore di Wikileaks per spionaggio dopo la pubblicazione dei documenti riservati del Dipartimento di Stato.

Ieri, dopo che la magistratura britannica aveva rifiutato la libertà su cauzione ad Assange, il suo avvocato, Mark Stephens, aveva prospettato il rischio di “forze occulte in azione” nel caso in cui il suo cliente fosse estradato in Svezia. E aveva evocato il ruolo che il Paese nord europeo aveva avuto nelle extraordinary rendition e nei rimpatri segreti ordinati dalla Cia per i sospetti terroristi.

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