Le Nazioni Unite spiate da diplomatici americani. E’ quanto si legge in uno dei documenti svelati da Wikileaks. Sui giornali on line che hanno avuto diretto accesso al materiale di Assange si parla di alcune direttive impartite nel 2009 dal dipartimento di Stato americano ai propri funzionari: raccogliere dati sulla vita privata, numeri telefonici, indirizzi email, password e codici di comunicazione, numeri delle carte di credito, perfino i dati biometrici del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Spiati anche collaboratori, dirigenti, consulenti, portaborse, leader di organizzazioni internazionali, capi di missioni militari, Ong. Indiscrezioni che suscitano le reazioni del Palazzo di Vetro. Questa mattina sul sito del Guardian e del Pais il portavoce dell’Onu, Farhan Haq, dichiara: “Le Nazioni Unite sono un’organizzazione per sua natura trasparente il cui lavoro però deve essere considerato inviolabile dai paesi membri”.

Una risposta “cauta” secondo i commentatori. Il portavoce dell’Onu, infatti, ha rifiutato di entrare nel merito del documento pubblicato da Assange: “Non è possibile commentarne l’autenticità”. Haq fa riferimento a una direttiva emanata nel luglio del 2009, firmata da Hillary Clinton, in cui si ordina ai diplomatici americani di raccogliere informazioni su Ban Ki-moon. Il portavoce aggiunge: “I funzionari delle Nazioni Unite si incontrano regolarmente con i rappresentanti dei paesi membri per informarli della sua attività. La Carta delle Nazione Unite, l’Headquarters Agreement e la Convenzione del 1946 contengono disposizioni in materia di privilegi e immunità dell’Organizzazione: l’Onu si fonda sul rispetto da parte degli Stati membri di questi impegni”.

Se il palazzo di Vetro non entra nel merito dei documenti, il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdoğan non esita a definire “discutibile” la credibilità dei presunti dispacci diplomatici americani. “Questa è la ragione per cui aspettiamo di vedere cosa esce su Wikileaks. Allora potremo dare una valutazione e offrire un’opinione”.

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