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Teo condom: perché la Cei è berlusconiana

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monsignor fisichella
Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Il paradosso logico del papa sul preservativo è meraviglioso. Come anche sull’omosessualità la chiesa è un’antinomia vivente. Purtroppo in Italia queste amene illogicità hanno però un indicibile peso politico. “Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico”. Nonostante tutte le smentite, si rende “lecito” l’utilizzo del condom, per la prima volta in assoluto (come se ci fossero ancora cattolici laici che non lo accettano), ma solo in una condizione palesemente peccaminosa, se non illegale. Questa clamorosa contraddizione, come la posizione sull’omosessualità, ha una radice profonda.

Nel pensiero teologico dominante, nonostante i tentativi di “umanizzazione della sessualità” dello stesso pontefice, la sessualità è “funzionale” all’atto procreativo. Non è una dimensione autonoma e paritaria rispetto alle altre facoltà. L’uomo che procede da questo pensiero è un uomo mutilato. A cui è interdetta la piena conoscenza dei propri istinti, dei propri sentimenti e quindi anche della propria individualità. Questo è essenziale per un’istituzione autoritativa come la chiesa di oggi: non mi è dato sapere autonomamente chi sono. Me lo devo far dire da chi è sopra di me. Per questo non mi possiedo mai veramente e non sono neanche mai pienamente responsabile dei miei atti. “Noi cristiani abbiamo la confessione!” ha detto un anziano astioso fuori da una parrocchia per difendere Berlusconi dalle sue responsabilità sessuali (intervista alla trasmissione In onda su La7).

E il parallelo con gli aspetti autocratici del berlusconismo e sul consenso che riceve è molto significativo. Se non esiste piena responsabilità allora è opportuno che si facciano leggi “orientate” alla cultura cristiana anche se chi le fa non è credente e tiene comportamenti immorali. E in ultima analisi si facciano anche per un popolo che non crede più. Rimanga il messaggio, ormai solo verbale, in mano ad un’elìte, anche se non c’è più chi lo raccoglie. Questa è la profonda motivazione del quotidiano baratto operato dalla Cei tra alcuni effimeri vantaggi politici (la legge sulla fecondazione o i finanziamenti alla scuola privata) e il silenzio sull’immoralità dei politici. Con il duplice effetto di generare un paese completamente svuotato da responsabilità civile e senso di Dio. Per estremo paradosso un aiuto può darlo alla chiesa la fragilità di papa Ratzinger, messa in luce da Politi su “Il fatto”. Attraverso quella debolezza, politica e comunicativa, oltre alle contraddizioni sul profilattico, possono forse passare l’umanità e quindi il bisogno di Dio.

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