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Trattativa Stato-Mafia, il generale Mori indagato per concorso esterno

Iscritti nel registro della procura anche Massimo Ciancimino per "concorso esterno in associazione mafiosa". Il colonnello De Donno e i boss Riina, Cinà e Provenzano sotto inchiesta per "attentato a un corpo istituzionale dello Stato"
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Un’altra accusa cade sulla testa di Mario Mori, ex generale dei Carabinieri. La Procura di Palermo l’ha iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa per l’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia finalizzata a porre una fine alla stagione delle stragi. Mori è già accusato di favoreggiamento aggravato per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano, motivo per il quale è sotto processo. Il capo d’imputazione di questo procedimento potrebbe cambiare.

Oltre a Mori, la Procura sta indagando per lo stesso reato anche Massimo Ciancimino, figlio di “don Vito”, sindaco di Palermo legato alla mafia. Per il reato di “attentato a un corpo politico o istituzionale dello Stato” sono stati invece iscritti nel registro degli indagati i boss corleonesi Bernardo Provenzano, Totò Riina e Antonino Cinà e il colonnello dei carabinieri Giuseppe De Donno.

“Sono sereno”, ha detto Mori. Attraverso i suoi legali spiega che nulla ha ricevuto in merito a questa nuova ipotesi di reato, ma che qualora fosse confermata la nuova imputazione, gli argomenti a sua difesa lo rendono “tranquillo”. Inoltre, Mori fa sapere che si riserva di valutare compiutamente la situazione “allorché sarà formalizzata la nuova iniziativa della procura”. E che continua a difendersi “nel processo, consapevole di avere solo e soltanto combattuto la criminalità organizzata, ottenendo sempre lusinghieri risultati e mai venendo a patti con l’organizzazione mafiosa”.

Mori è stato l’inventore dei Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, arma di cui è stato generale. Proprio un commando dei Ros – guidati dal “comandate Ultimo” – catturòRiina il 15 gennaio 1993. Tuttavia la decisione di non perquisire il suo covo dopo l’arresto del “Capo dei capi” lo portò a essere indagato per favoreggiamento, accusa da cui è stato assolto. Un altro episodio, la mancata cattura di Provenzano nel 1995 – provocò la sua iscrizione nel registro degli indagati per aver favorito la mafia, processo ancora in corso. La nuova accusa potrebbe portare la Procura di Palermo alla richiesta di un cambiamento dell’imputazione a suo carico di Mori nel procedimento che lo vede come imputato.

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