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B. contro Fini: tregua armata. E in attesa della mossa finale, il Cavaliere rinuncia alla fiducia

Basta veleni, si tratta. Bocchino e Fini aspettano il premier che stasera ad Arcore incontra i vertici del Pdl e potrebbe decidere di nominare il sostituto di Scajola con il sostegno di Fli. Sul tavolo c'è la giustizia
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E’ guerra al logoramento. Il presidente del Consiglio mercoledì non chiederà la fiducia al discorso programmatico. Il video messaggio di Gianfranco Fini ha suggerito al premier di evitare la prova di forza in aula, considerata anche l’incertezza dei numeri. Quei 316 voti a favore, che cerca da un mese, potrebbero non esserci senza i deputati di Futuro e Libertà. Così Silvio Berlusconi ha scelto l’unica strategia possibile per rendere inoffensivi gli uomini del presidente della Camera.

Ma non basta per stabilire una tregua. Il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino ha rilanciato: “Serve un vertice di maggioranza con Fli”, rivendicando così il riconoscimento dei finiani da parte del premier come parte integrante del Governo. “Berlusconi illustra in una riunione il suo discorso programmatico, ne discutiamo insieme e i tre capigruppo firmano un documento”, spiega il finiano Benedetto della Vedova. Futuro e Libertà dunque rivendica un ruolo nella maggioranza. Ed è proprio il terreno su cui si è consumato lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, con il secondo che invocava un confronto interno nel Pdl, rivendicando il diritto al dissenso, e il primo che rispondeva con il deferimento ai probiviri e la cacciata dei “dissidenti”. Un terreno impercorribile. Ma Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini vogliono trovare un piano di confronto. Entrambi intendono evitare il voto anticipato, almeno non prima di marzo o, meglio, giugno. Il presidente della Camera ha bisogno di tempo per fondare e strutturare il partito in vista delle urne, il premier invece deve arginare l’avanzata della Lega (alla quale oggi al nord cederebbe il 10-12% dei voti del Pdl, secondo i sondaggi) e portare a termine almeno il lodo Alfano. E Fli, del pacchetto giustizia, boccerebbe tutto tranne la riforma del ministro della giustizia per via costituzionale.

Un accordo dunque potrebbe essere raggiunto nell’interesse di entrambi. A metà pomeriggio il presidente del Consiglio risponde così a distanza al capogruppo alla Camera di Fli: “Ci troviamo davanti ad ostacoli importanti, assolutamente da superare nell’interesse di tutti”, ha detto intervenendo telefonicamente a una cerimonia della comunità incontro di Don Gelmini, ad Amelia. Cerimonia alla quale avrebbe dovuto partecipare ma ha rinunciato perché “costretto a fermarmi a Milano”. Ad Arcore, con esattezza. Dove stasera si riunirà la consueta cena del lunedì trasformata in un vertice del Pdl: esclusi anche i leghisti. Ci saranno i coordinatori, capitanati da Ignazio La Russa, i ministri Angelino Alfano e Mariastella Gelmini. Una riunione in cui saranno fissati i paletti dell’intervento di mercoledì alla Camera. Un documento, spiega lo stesso Berlusconi, “che dovrà ottenere il voto della maggioranza del parlamento per poter andare avanti”.

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