581 associazioni, enti e partiti hanno aderito alla manifestazione di oggi contro le cosche. Erano in 40mila a sfilare per le vie di Reggio Calabria per dire il loro no alla ‘ndrangheta. L’iniziativa era promossa da Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano della Calabria. Il corteo si è mosso alle 10.00 da Piazza Libertà per raggiungere Piazza del Duomo. Dal palco, dopo la manifestazione, non hanno parlato i politici, ma solo quelle persone che con le loro biografie hanno dimostrato che lottare contro le mafie è possibile. Dal procuratore generale di Reggio Salvatore Di Landro, all’imprenditore edile Gaetano Saffioti, a molti altri ancora. “I have a dream, yes we can. Sì noi possiamo, vogliamo uscire dall’oppressione mafiosa. Vogliamo una Calabria libera dai condizionamenti della paura, una Calabria e una società che si muovono sul terreno dei principi”. A dirlo è stato il pg Di Landro che il mese scorso ha subito un attentato mafioso quando è stato fatto esplodere un ordigno sotto la sua abitazione. “Sconfiggere la mafia si puo’, ma lo si deve fare con i fatti, mettendo insieme forze e convinzioni comuni. Le battaglie si vincono restando e non scegliendo di scappare. E’ di vitale importanza restare”. Queste le parole di Gaetano Saffioti, l’imprenditore di Palmi che per essersi ribellato al giogo delle cosche, vive da anni sotto scorta. Il suo è anche un intervento di denuncia. Si sente “abbandonato dalla societa’ civile, dai colleghi imprenditori, dagli amici, persino dalla Chiesa”. Tanti i giovani presenti che hanno sottolineato il ruolo della cultura, e quindi dell’istruzione e della scuola, nella lotta per sconfiggere la mafia. Come ha detto Silvia, una giovane di 19 anni, “è necessario un patto fra generazioni per sconfiggere una certa mentalità impregnata di mafiosità dominante nel cittadino calabrese”.

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