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Su Gheddafi l’assordante silenzio della Santanchè

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“Se un imam qualsiasi – scriviamo oggi sulla striscia sopra la testata del Fatto – avesse invocato un’Italia islamica chissà che strilli la Santanchè. Invece, chissà perché sta zitta”

E’ proprio così: questa volta i taccuini sono rimasti vuoti, le telecamere spente, le agenzie di stampa hanno brancolato nel buoi non sapendo che pesci pigliare. Gheddafi è a Roma, parla dell’islam: “che dovrebbe diventare la religione di tutta l’Europa”, e delle donne che “In Libia sono più rispettate che in Occidente e negli Stati Uniti” (anche se il Corriere della Sera scrive oggi che la Libia “è al 91esimo posto nella classifica del 102 paesi non Ocse in base all’uguaglianza tra i sessi”).

Ma Daniela Santanchè, stranamente, questa volta tace. Eppure la sottosegretaria del governo Berlusconi si è candidata negli anni a diventare la caterpillar mondiale delle idee incendiarie e anti-Islam. Il punto più basso lo toccò lo scorso otto novembre, in diretta televisiva, ospite di Barbara D’Urso. Si parlava di Islam e lei attaccò a testa bassa: “Maometto per noi era poligamo e pedofilo, perchè aveva nove mogli e l’ultima aveva nove anni”. I musulmani presenti in studio, sbalorditi e indignati, si ribellarono: “”Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze”, replicò Ali Abu Schwaima, presidente del Centro Islamico di Milano che poi aggiunse: “Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo dalle scuole”. L’intemerata della Santanchè fece tanto scalpore che anche Barbara D’Urso si dissociò: “sono state usate espressioni offensive nei confronti della religione islamica che io non posso in nessun modo approvare e dalle quali mi dissocio insieme a tutto lo staff del programma”.

Non è l’unica impresa dell’allora deputata Pdl. A settembre si mise in testa di convincere le donne mussulmane a togliersi il velo, e tentò fisicamente di strappare lo chador alle fedeli riunitesi al Teatro Ciak di Milano, dove si stava svolgendo una festa islamica per la fine del Ramadan. “Sono stato aggredita” denunciò lei. “E’ andata a provocare le donne musulmane con un gruppetto di squadristi” la replica delle associazioni islamiche.

Non sono mancate altre dichiarazioni moderate, come nel suo stile, “Il velo per le musulmane è un po’ come è stata la stella gialla per gli ebrei. E’ qualcosa che fa capire la padronanza di questi uomini nei confronti delle donne” dichiarò a Radio24 lo scorso inverno. E ancora: mentre in Francia si discuteva sul divieto del velo a scuola, lei affermava un singolare paradosso: “Siamo in piena deriva laicista, anche se stiamo andando a grandi passi verso l’islamizzazione”.

Solo qualche giorno fa, infine, l’ultima sparata: “L’approvazione di una legge che vieta il velo integrale non è più rinviabile”. Con una promessa : “Chiamerò il ministro Gelmini per chiederle di emanare una circolare che vieti l’uso del velo nelle scuole alle ragazze fino a 16 anni”.

Gli scorsi giorni, invece, il buio. Arriva Gheddafi e il sottosegretario non ha neanche un’offesa da esternare, un’anatema da lanciare, qualcuno da aggredire. Nell’aprile 2008, quando era candidata premier per “La Destra” la Santanchè mise in guardia le donne italiane: “Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali” e rivelò che lei si era ribellata: “Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do…”. Tutto dimenticato adesso. C’è Gheddafi da omaggiare.

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