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Dall’usuraio per vedere i mondiali

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Durante i trascorsi mondiali di calcio, diversi italiani hanno chiesto soldi a usura per acquistare un nuovo televisore.

Si può arrivare a elemosinare soldi a strozzini per l’acquisto di un nuovo televisore più grande e bello del precedente? Per quale motivo? Per vedere meglio le sorti calcistiche delle proprie squadre del cuore? Per essere all’altezza del vicino di casa che sempre ha un televisore più grosso del nostro? Perché le dimensioni e la lunghezza del televisore sono diventate uno status symbol?

O per quale altro motivo?

E chi finisce in questa situazione è un irresponsabile o una vittima?

Anni fa il drammaturgo Franz Xaver Kroetz scrisse un testo: “Alta Austria” in cui i protagonisti, marito e moglie, discutevano se, con il loro piccolo stipendio, era più conveniente mettere al mondo un figlio o acquistare una lavatrice. Erano gli anni ’70.

Se la lavatrice serviva, perlomeno, a far risparmiare un po’ di lavoro alla donna in casa, a cosa serve oggi il televisore acquistato con i soldi dell’usuraio?

Come ci hanno ridotto.

Hanno isolato il nostro pensiero rendendolo sterile e inadatto al ragionamento.

Vediamo pericoli nei poveri, nei diversi, negli emarginati, nei dimenticati, negli esclusi, nei clandestini, negli immigrati, negli zingari e in questo modo confondiamo le vittime con i carnefici. Anche chi si rivolge all’usuraio per l’acquisto di un televisore è una vittima. Mi rendo conto che per la maggioranza è più tranquillizzante additarlo come pazzo, cretino, scemo da irridere e da sentire altro da se, ma è un atteggiamento pericoloso perché lascia libero di agire chi trae profitto dal basso livello culturale in cui ha ridotto questo Paese.

Come ci hanno ridotto.

Ridanciani sognatori di realtà da reti televisive berlusconiane.

Come ci hanno ingannato nel non farci sentire più dei poveri contadini. Con uno, due, tre televisori in casa hanno distrutto la nostra capacità di capire dove è il reale pericolo che si aggira tra le nostre strade. Hanno distrutto il nostro fiuto.

Quando il potente di turno riesce a far irridere la vittima dalle altre vittime ha vinto la sua battaglia. E quando poi riesce a far trovare leciti, apprezzabili, invidiabili i suoi loschi e laidi comportamenti morali ed etici e a far sentire felici gli sfruttati con un televisore, il potente ha stravinto la sua battaglia.

Ma noi ancora una possibilità l’abbiamo. Ce la ricordava il grande Mario Rigoni Stern invitandoci a spegnere i televisori e le tante luci abbaglianti che ci impediscono di vedere le stelle e la realtà. Soprattutto la realtà.

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