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Coppola, Godard e l’Oscar

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Oscar alla carriera per Francis Ford Coppola e Jean-Luc Godard. Il regista del Padrino e di Apocalypse Now, già vincitore di quattro statuette, alla prossima cerimonia degli Academy Awards ne riceverà una quinta alla carriera come produttore, “il cui lavoro complessivo riflette in modo costante una produzione cinematografica di alta qualità“.

Coppola, 71 anni, ha vinto la maggior parte dei suoi Oscar per le sceneggiature della saga dedicata al Padrino. Ma è anche il produttore che ha lanciato la carriera di George Lucas, che con Guerre Stellari avrebbe sfornato uno dei più grandi successi di Hollywood.

La prossima cerimonia degli Oscar vedrà premiati alla carriera anche il regista francese Jean Luc Godard, e l’attore americano Eli Wallach, 94 anni, protagonista de Il Buono, il Brutto e il Cattivo di Sergio Leone e de I Quattro dell’Ave Maria. “Sarà un onore celebrare gli straordinari traguardi raggiunti da queste tre figure, ognuno dei quali ha raggiunto il pubblico di tutto il mondo e influenzato con il suo lavoro l’intera industria cinematografica” ha detto il presidente dell’Academy Awards, Tom Sherak.

In effetti, c’è da gioirne, soprattutto per Godard, autore-totale, ostico ma di grande fascino intellettuale. L’ennesima riprova l’ha data all’ultimo festival di Cannes (dove ha dato forfait…): sotto lo slogan “Le idee ci allontanano, i sogni ci avvicinano”, il suo Film Socialisme è una sinfonia audiovisiva in tre parti: crociera mediterranea, per stigmatizzare la conoscenza a buon (?) mercato e il viaggio che non c’è; tribunale umanista e d’infanzia, con due fratelli che chiedono ai genitori che ne è di Liberté, Egalité, Fraternité; corso e ricorso storico del mito, in Egitto, Palestina, Odessa, Napoli, Grecia e Barcellona.

Il tutto in un profluvio di citazioni testuali ed estratti filmici, per un puzzle liquido e grumoso, difficile e limpido insieme, che sottomette lo spettatore alla ricerca della libertà intellettiva, dell’onestà intellettuale, dello zenith morale. “Oggi i bastardi sono sinceri”, la Grecia divisa in “Hell As” come l’inferno, Napoli non “immagina un concerto”, ma “un deserto”, Palestina è divieto d’accesso, Hollywood la Mecca del cinema nata per mano ebraica e, ancora, Patti Smith e chitarra sul ponte, il Viaggio in Italia negli occhi, Balzac e molti altri sul comodino, quello del viaggio dell’Uomo verso il Sapere.
JLG è così, prendere o lasciare: e l’Oscar?

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