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Libano, secondo l’Unifil Israele aveva ragione

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La versione fornita da Israele sullo scontro fra l’esercito libanese e l’Idf era corretta. Ne è convinta l’Unifil, la missione delle Nazioni Unite che, dalla fine della guerra del 2006 fra Tel Aviv e Beirut, vigila sul trattato di pace e sui confini fra i due stati.

In un’intervista concessa alla radio militare israeliana, il funzionario della missione internazionale Milos Strugar ha dichiarato che le forze di difesa dello Stato ebraico non avrebbero attraversato il confine con il Libano prima degli scontri che hanno provocato la morte di cinque persone. Secondo l’ufficiale delle Nazioni Unite, l’Unifil era stata informata che le forze di Israele avrebbero condotto dei lavori di manutenzione, e aveva subito passato l’informazione all’esercito libanese.

Il funzionario ha concluso dicendo che la forza d’interposizione riceve “segnalazioni quotidiane di provocazioni da parte dei soldati libanesi contro le unità israeliane”.

Di certo, quello che è accaduto ieri è il più grave incidente dal 2006, quando scattò il cessate il fuoco fra lo Stato ebraico e il movimento libanese di Hezbollah. Fonti militari israeliane annunciano che sono ripresi i lavori al confine fra i due paesi e che l’albero incriminato, quello che impediva all’IDF  di monitorare il confine, è stato abbattutto. La tensione resta alta e ciò che è accaduto ieri potrebbe avere conseguenze dall’esito imprevedibile.

Benzina sul fuoco. Quattro mesi fa sono ricominciati i lanci di missili dalla Striscia di Gaza da parte di gruppi islamisti che non si riconoscono nella linea di Hamas che governa l’area. A giugno il caso della Freedom Flottilla, quando l’assalto delle forze navali dell’Idf ha causato nove morti e decine di feriti tra i pacifisti della flotta che portava via mare degli aiuti umanitari a Gaza. E pochi giorni fa il caso dei missili caduti sulle due cittadine che si affacciano sul Mar Rosso, l’israeliana Eliat e la giordana Aqaba. Razzi che con ogni probabilità sono stati lanciati dal vicino Sinai, in Egitto.

Prova a stemperare i toni il ministro della Difesa Ehud Barak . Intervenendo alla radio israeliana ha detto: “l’incidente di martedì non è stato programmato dai capi dell’esercito di Beirut o da Hezbollah, ma da un singolo, radicale ufficiale libanese”.  Fonti d’agenzia riportano che questa sera è in programma una riunione tripartita Libano-Unifil-Israele per discutere del caso e per provare a evitare pericolose escalation.

Nonostante i tentativi di riposrtare la calma, la situazione resta complicata. L’episodio di ieri rischia di riaprire il “fronte Nord” e di fare ripiombare l’area mediorientale nell’incubo di quattro estati fa.

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