Il parlamento catalano ha approvato l’abolizione della corrida nella regione con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni. Tra i voti contrari quello del premier socialista della Catalogna, Josè Montilla. “Ho votato contro perché credo nella libertà e avrei preferito che il proseguimento o meno delle corride fosse deciso tranquillamente dai costumi sociali dei catalani”, ha spiegato. Invitando alla “moderazione” e al “rispetto” precisando di non voler usare il voto del parlamento come “termomentro delle relazioni tra Spagna e Catalogna”.

Gli animalisti hanno invece accolto la legge come “un successo che mostra il buono stato di salute della società catalana” e che “mette fine a cinque secoli di crudeltà”. Dal canto suo il partido Popular ha annunciato che presenterà al parlamento di Madrid un’iniziativa per dichiarare la corrida “festa di interesse culturale generale” così da impedire che le corti regionali possano abolire lo spettacolo.

La Catalogna è così la seconda regione spagnola ad abolire le corride dopo le Canarie, che misero il veto nel 1991. A differenza delle isole, dove non si celebravano “fiestas” da anni, la proibizione in Catalogna ha un impatto importante sulla corrida, uno spettacolo atavico, che sempre meno spagnoli vanno a vedere e molti considerano “crudele”, ma la cui sopravvivenza era per i suoi difensori, tra cui il premier, “un atto di libertà”.

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